Nato il giorno di San Valentino del 1976, Moreno Longo si appresta a diventare il prossimo allenatore del Bari. Il mister, con mamma barese di Corso Mazzini e padre foggiano, non ha mai nascosto il suo amore per la Puglia. Quando la sua squadra giocava in trasferta al San Nicola, parenti e amici si recavano allo stadio per vederlo.
I biancorossi ripartiranno dunque da lui, dopo aver vissuto una stagione ai limiti dell’horror, con il dramma retrocessione evitato soltanto all’ultima partita. Dopo aver visto alternarsi sulla propria panchina ben 4 allenatori nel giro di 9 mesi (in ordine cronologico Mignani-Marino-Iachini-Gianpaolo), la SSC Bari cerca continuità in un profilo con cui costruire un progetto pluriennale. E infatti, per l’allenatore piemontese si prefigura un contratto di due anni con l’opzione per il terzo. Ma chi è Moreno Longo? Qual è il suo modulo preferito? Scopriamolo insieme.
Longo giocatore
Nato a Torino nel 1976, Longo inizia e finisce la sua carriera da giocatore in Piemonte. Di ruolo difensore, cresce nelle giovanili del Torino. Esordisce con i granata nella 28esima giornata della Serie A 94-95, quando gioca da titolare da esterno destro del 5-3-2 di Nedo Sonetti contro il Milan di Fabio Capello. Nonostante il risultato finale che recita 5-1 per i rossoneri (doppietta di Donadoni, gol di Lentini, Simone e Savicevic), Moreno si rende protagonista con l’assist per l’unico gol del Torino. Di lì inizia il suo girovagare: prima Lucchese, poi Chievo, con cui raggiunge la storica promozione in Serie A nel 2001. É qui che purtroppo subisce l’infortunio che pregiudicherà il resto della sua carriera, la rottura di entrambi i legamenti. Ci mette due anni a tornare sul campo, ma in categorie minori: gioca in Serie C1 con il Teramo prima di tornare in Piemonte, prima alla Pro Vercelli e poi all’Alessandria, prima di chiudere la sua carriera nel 2006.
Longo e il Piemonte, un legame (quasi) indissolubile
Finita la sua carriera da giocatore nel 2006, Longo entra nello staff delle giovanili del Torino nel 2009. Dal 2012 al 2016 è l’allenatore della primavera granata. Sotto la sua guida emergono diversi talenti: da Barreca a Gyasi, passando per Pellegri e per una recente conoscenza del Bari, Mattia Aramu. Nel 2016 è la Pro Vercelli a dargli la prima chance da allenatore di prima squadra. I piemontsi si presentano ai nastri di partenza della Serie B 16-17 con una rosa di tutto rispetto: Provedel in porta, Luperto e Bani in difesa, Aramu, La Mantia e Rolando Bianchi in attacco. Longo riuscirà a salvarsi, con un bottino di 49 punti in 42 partite. Dopo aver iniziato l’anno con il 4-3-3, Moreno si assesta su un più solido 3-5-2. Conquistata la salvezza con la Pro Vercelli, la stagione successiva è il Frosinone a credere in lui. Con i ciociari Longo continua il suo percorso di crescita: si discosta dal 3-5-2 e passa l’anno alternandosi tra il 3-4-3 e il 3-4-1-2. Con questo canovaccio termina la stagione regolare al terzo posto e conquista la promozione in Serie A superando in finale playoff il Palermo. Confermato in Serie A, la sua avventura a Frosinone termina alla sedicesima giornata: decisiva, ai fini dell’esonero, la sconfitta per 0-2 contro il Sassuolo di De Zerbi.
Un anno dopo torna in pista, e torna in Piemonte. Il Torino, dopo un inizio di stagione complicato con Walter Mazzarri, chiama Longo per portare la nave in salvo. E ci riesce: 3 vittorie e 4 pareggi in 15 partite sono sufficienti per salvare il Torino 19-20. Qui ripropone il litemotiv della sua carriera, la difesa a 3. Nella stagione 20-21 scende addirittura di due categorie: nel gennaio 2021 lo chiama l’Alessandria, in lotta per le prime posizioni nel girone A di Serie C. É una chiamata che funziona: Longo si cala bene nella categoria, e riuscirà a vincere i complessi playoff di categoria per la storica promozione dell’Alessandria in Serie B. Longo rimane sulla panchina dei grigi per tutta la stagione 21-22, non riuscendo comunque a evitare la retrocessione in C. Dopo un paio di mesi fermo, è l’ambizioso Como della famiglia Hartona a dargli una possibilità nel settembre del 2022. Sulla panchina dei lariani Longo rimane per poco più di un anno, fino a novembre nel 2023. Nei 14 mesi in Lombardia l’allenatore piemontese ha guidato il Como per 45 partite, mettendo a referto una media punti di 1.44 a partita. Anche qui, come nel resto della sua carriera da allenatore, Longo ha confermato l’utilizzo della difesa a 3.
Che matrimonio sarà?
Una promozione da giocatore, due da allenatore (entrambe ai playoff, un tasto dolente per il Bari). Moreno Longo è una figura che può portare novità e aria fresca in un ambiente che ne ha disperato bisogno. Ovviamente, però, il nuovo allenatore andrà aiutato e supportato dalla dirigenza e dalla società: l’attuale rosa del Bari, orfana di tutti i prestiti della stagione 23-24 (eccezion fatta per Sibilli, riscattato dal Pisa), non è assolutamente pronta per una transizione verso una difesa a 3. Magalini avrà un bel da fare quest’estate: con il mercato che inizia ufficialmente tra 15 giorni, l’impressione è che i biancorossi devono darsi da fare sin da subito per non finire con l’acqua alla gola come la scorsa stagione.
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