Dopo l’ennesima figuraccia stagionale, il Bari sembra concretamente fuori dai playoff, obiettivo ampiamente sbandierato da proprietà e staff nel corso dell’annata. E a beneficiare di questa situazione, per giunta, sarà con tutta probabilità il Cesena di Michele Mignani. Lo stesso allenatore che, un anno e mezzo fa, era stato allontanato dopo nemmeno un terzo di campionato e identificato come emblema dei problemi di una stagione che, alla fine, è comunque naufragata in egual (se non peggior) modo.

Mignani-Longo: fischio finale
È un dualismo che racchiude perfettamente gli umori dei tifosi baresi negli ultimi due anni, quello tra Mignani e Longo. Amato alla follia dalla piazza il primo, anche dopo il frettoloso esonero dello scorso anno, per essere stato il fautore della rinascita biancorossa fino (quasi) al paradiso. Il secondo, emblema del fallimento seguito a quell’impresa sfiorata, tra dichiarazioni al limite dell’inadeguato e aspettative totalmente disattese sul rettangolo verde.
Il duello sul campo, ma anche nei cuori dei baresi, sembra appartenere con largo vantaggio all’allenatore del Cesena. Difficilmente Longo verrà riconfermato dalla dirigenza biancorossa, e la piazza non può di certo sentirsi personalmente legata all’allenatore dopo una stagione come questa. A testimoniarlo ulteriormente, qualora ce ne fosse bisogno, gli ennesimi fischi seguiti al triplice fischio della gara con il Cittadella e il coro «Longo vattene». Di tutto ciò, qualcuno dovrà certamente rendere conto: la squadra è forte, il gruppo è unito, l’attacco garantirà tanti gol, ma il Bari è virtualmente fuori dai playoff, dove ci andrà meritatamente il buon Mignani.
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