Che questa sarebbe stata una stagione difficile per Aurelio De Laurentiis lo si poteva evincere dalla scelta di Luciano Spalletti, che a sorpresa (o forse con oculata intelligenza) annunciava la volontà di prendersi un anno sabbatico e lasciare il Napoli campione d’Italia. Anche a Bari si poteva intuire come non sarebbe stato un anno tutto rose e fiori, visto che la cicatrice dell’11 giugno era un pugno allo stomaco che neanche Mike Tyson poteva incassare senza battere ciglio.
Quello che però si è consumato sull’asse Napoli-Bari è stato un fallimento su tutta la linea. A Bari dopo la riconferma di Mignani, errore ammesso qualche giorno fa da Luigi De Laurentiis, e la scelta di Marino, che aveva lasciato parecchi dubbi fin dal principio, si è arrivati al terzo allenatore stagionale per trovare quella che sembra adesso una quadra. Un teatrino però costato parecchi milioni (si parla di quasi 2 per pagare l’attuale tecnico e staff), con nel frattempo Marino e Mignani ancora sotto contratto e pagati.
L’egocentrismo di Aurelio De Laurentiis ha però toccato la vetta più alta ieri sera, quando ha ufficializzato l’esonero di Mazzarri per Calzona, attuale ct della Slovacchia, che guiderà i campioni d’Italia fino a giugno. Anche sotto il Vesuvio si è arrivati al terzo tecnico stagionale per provare a salvare la faccia e ripartire. Ma se a Bari tutto sommato l’obiettivo stagionale dei playoff è alla portata e con Iachini si proverà l’assalto alla Serie A nella prossima stagione (salvo miracoli), a Napoli si sta raschiando il fondo del barile, con gli azzurri tristemente a metà classifica, con la zona Champions che rappresenta una chimera, la Coppa Italia già sfumata e l’unica ancora di salvataggio rappresentata dalla Champions League, nella sfida di domani col Barcellona. Da giocare con un tecnico che non ha un allenamento con la sua nuova squadra. Un tecnico sotto scacco dalla federazione slovacca, che può riprenderselo in ogni momento lasciando così il Napoli con un pugno di mosche in mano e alla ricerca del quarto tecnico.
Un copione da cinema, tanto caro a Aurelio De Laurentiis, ma che è amaramente nella realtà dei tifosi napoletani, che si sono sorbiti un Garcia pescato dall’Arabia Saudita, Mazzarri che come Marino veniva da esperienze fallimentari e sul campo hanno dimostrato il perché, e ora la scelta Calzona per provare a chiudere con onore (!). Sei allenatori (più staff) a libro paga per una stessa proprietà sono forse un unicum, ma nulla di sorprendente per un maestro come don Aurelio. L’onnipotenza Aureliana questa volta ha tirato un brutto scherzo.