Eravamo galletti… Federico Fioretti si racconta a PianetaBari. VIDEO

L'intervista a Federico Fioretti

Federico Fioretti è un terzino destro, adattabile anche al ruolo di quinto di centrocampo. Fioretti, classe 2004 originario di Bari, ha militato con i galletti negli ultimi anni, chiudendo lo scorso anno la sua esperienza in Primavera. Quest’anno ha iniziato la sua prima stagione tra i grandi a Bitonto, in Serie D, con un invidiabile score di 20 presenze e 1 assist. Fioretti è intervenuto ai nostri microfoni ieri sera durante la trasmissione di PianetaBari su Twitch condotta da Claudio Mele e Giovanni Fasano. Qui la puntata precedente con Francesco Stella.

L’intervista a Fioretti

Come sta andando a Bitonto?
«Personalmente molto bene. Per adesso i risultati non sono dalla nostra parte, ma le prestazioni stanno arrivando. Come prima esperienza mi sto trovando molto bene, anche se chiaramente è sempre complicato introdursi in questo mondo».

Che differenze ci sono con la Primavera?
«I ritmi. Nel calcio dei grandi non hai gli stessi tempi. La Primavera è un campionato importante, ma in Serie D è quasi un altro sport, in termini di ritmi. Soprattutto poi nel Girone H, con squadre importanti e giocatori importanti. Sinceramente non pensavo potesse essere così grande la differenza».

Meglio dunque un’esperienza in Serie D o un anno in Primavera?
«La Serie D ti forma come uomo. Forse sarebbe meglio anticipare i tempi, ma è chiaramente una valutazione soggettiva. Forse l’avrei dovuta fare un anno prima questa scelta, perché avevo questa possibilità. Poi sono rimasto in Primavera, togliendomi la soddisfazione anche di arrivare in prima squadra».

Raccontaci la tua prima convocazione in Bari-Fidelis Andria.
«Fu un’emozione unica, almeno personalmente. Sono un tifoso del Bari da quando avevo 4 anni ed era un sogno diventato realtà. Lo porto dentro come uno dei ricordi più belli della mia vita. Peccato come andò quella partita, ma grazie a Dio Mignani fece un’impresa con la squadra che aveva».

Quanto è stata utile al tuo percorso l’esperienza nelle giovanili del Bari?
«La società è più che presente. A livello organizzativo cura ogni aspetto, ai ragazzi non manca niente. Agli allenatori che ho trovato come Loseto e Giampaolo devo molto, sono dei maestri di calcio. Nessuno ti fa mancare mai nulla, è oggettivo che sia un livello superiore rispetto a tante altre realtà».

Chi ritieni possa fare carriera dei tuoi ex compagni al Bari?
«Degli attuali ragazzi Colangiuli sta facendo una grande annata. Chukwu è un gran bel prospetto, Pellegrini, Dodo Dachille. Sono ragazzi in gamba che lavorano sodo ogni giorno e meritano di arrivarci».

Nel salto tra i grandi quanto conta l’aspetto mentale?
«L’aspetto mentale è fondamentale, tutto dipende dalla testa. Quando entri in spogliatoi con gente più grande guardi tutti i dettagli. Per emergere devi fare più e meglio di loro, per questo avere una forma mentis molto importante».

Speravi di esordire in prima squadra?
«Ci avevamo sperato fino alla fine l’anno della promozione in B, ma non è stato possibile purtroppo».

Ti senti pronto per un passo superiore in carriera?
«La mia priorità è salvarci col Bitonto, poi vedremo a fine stagione. Non mi posso giudicare personalmente (ride, ndr)».

Quanto ti ha pesato la finale playoff persa col Palermo?
«Non ho dormito le due notti successive. Queste cose ti formano molto, sono finali sì giovanili, ma se indossi la maglia della tua città hanno un peso doppio. Purtroppo è andata male, fortunatamente siamo stati ripescati».

Clicca qui per guardare la video-intervista a Fioretti. 

By Redazione PianetaBari

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