La vittoria contro il Cesena ha alimentato l’entusiasmo che da settimane circonda il Bari di Moreno Longo. I biancorossi, con un percorso immacolato da ben 14 partite, si sono issati fino al quarto posto, guadagnandosi una vista privilegiata sul terzetto che detta il passo. Tra le migliori squadre della categoria c’è anche il Pisa, avversario di giornata del Bari e squadra rivelazione, assieme ad altre, di questa prima metà di stagione.
La rosa a disposizione di Inzaghi è estremamente competitiva, ma il ruolino di marcia mantenuto fino ad ora è sicuramente superiore alle aspettative nutrite in estate da una piazza bramosa di grandezza ma disincantata dopo le paturnie dell’ultima stagione.
Per approfondire il momento del Pisa vi proponiamo la nostra consueta preview al fine di arrivare al match di stasera preparati sui limiti e sulle virtù della squadra avversaria.
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Le caratteristiche del Pisa
Il Pisa è una squadra che fa della fisicità e dell’intensità la propria cifra. Inzaghi ha forgiato un gruppo dedito al sacrificio, umile nell’interpretazione delle partite ed estremamente cinico ed efficace nei momenti chiave del match. Il tutto si acuisce tra le mura dell’Arena Garibaldi, assieme al Picco di La Spezia unico campo della Serie B ancora imbattuto.
La proposta di gioco, in linea con le recenti esperienze di Inzaghi, non è particolarmente evoluta. Il Pisa predilige un approccio più conservativo, non ama gestire il possesso (è la squadra con la percentuale media di possesso palla più bassa della categoria) né tantomeno ama contestarlo agli avversari con continuità . Piuttosto, è una squadra abbastanza scafata da saper leggere i momenti del match e cogliere le occasioni in cui sfruttare la propria vigoria per azzardare una pressione più coraggiosa. Nella stessa partita si può vedere un Pisa raggomitolato con ordine nella propria metà campo ed un Pisa sfrontato, con i difensori sulla linea di centrocampo proiettati verso un recupero palla immediato.
La produzione offensiva della squadra si regge proprio su questo: dopo aver recuperato palla il Pisa riesce a ribaltare il campo con velocità ed efficacia, trovando subito le tracce giuste per coinvolgere i propri giocatori di qualità . In questo è fondamentale Marius Marin, metronomo di centrocampo, ma anche il difensore centrale Simone Canestrelli, forse il migliore della categoria per completezza del repertorio.
Dalla metà campo in su i giocatori determinanti sono diversi: Matteo Tramoni, ancora limitato dagli infortuni ma quasi ineluttabile quando impiegato, si sposa alla perfezione con questo stile di gioco, mentre Moreo e Lind, rispettivamente mezzapunta sinistra e prima punta sono imprescindibili per il lavoro senza palla e per l’abilità nel vincere duelli e far risalire la squadra. Moreo è comparabile a Novakovich, soprattutto per la capacità di abbinare una struttura da corazziere ad una mobilità da esterno brevilineo. L’ex Brescia però è più affidabile dell’attaccante biancorosso quando chiamato a dialogare lontano dall’area di rigore, e la sua pulizia tecnica diventa un appoggio fondamentale nelle transizioni furiose condotte dalla squadra.
In questo contesto emerge anche la fisicità dirompente di Idrissa Toure, centrocampista abilmente riadattato da Inzaghi nel ruolo di esterno destro che sta garantendo un apporto sorprendente. Dalla sua parte agirà il giocatore più in forma del Bari, cioè Mehdi Dorval, che soprattutto in fase difensiva sarà chiamato agli straordinari per arginare gli inserimenti profondi del suo pari ruolo.
Come sempre, quando a scontrarsi sono due moduli speculari, come quelli di Pisa e Bari, a determinare l’esito della gara saranno i duelli individuali. A meno che uno tra Longo e Inzaghi non adotti qualche strategia alternativa per sparigliare le carte.
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