Como-Bari, l’analisi: il piano gara, gli errori determinanti e la prova di Dorval

L’analisi di Como-Bari

Diventano 11 le trasferte senza vittoria per il Bari. Dal 29 ottobre, giorno della partita al Rigamonti di Brescia, i biancorossi hanno conquistato solo 4 punti lontano dal San Nicola. La gara di Como non ha fatto eccezione: i gol di Gabrielloni e Da Cunha hanno indirizzato la gara in modo inequivocabile, rendendo poi vano il gol realizzato allo scadere da Puscas. Per il Bari l’ennesima sconfitta stagionale segna la discesa in zona playout in coabitazione con lo Spezia, ad un punto di distanza dalla salvezza e con un margine di due soli punti rispetto alla retrocessione diretta. I prossimi 180 minuti, tra incrocio casalingo con il Pisa e trasferta infuocata a Cosenza, diranno molto, se non tutto, sul destino del Bari, ormai non più vincolato solo ai propri risultati ma anche a quelli delle dirette concorrenti.

La trasferta di Como, ormai archiviata, ha detto molto su quella che sarà la forma che assumerà il Bari in questo finale di stagione. Per analizzare il nuovo mutamento tattico approntato da Iachini torna il Bari a Scacchi, la rubrica che analizza i temi emersi nel match di giornata. Per Como-Bari ci siamo soffermati sul piano gara scelto da Iachini, sugli errori individuali e strutturali che hanno determinato la sconfitta biancorossa e sull’ottima prova di Dorval, ancora una volta impiegato a sinistra.

Iachini Bari
Copyright: SSC Bari

Il piano gara del Bari

Rispetto alle ultime uscite, il Bari è tornato ad una difesa a 3 ortodossa, composta dunque da 3 centrali puri. L’idea era quella di seguire e aggredire con coraggio gli attaccanti avversari, nello specifico Cutrone, Gabrielloni e Strefezza. L’intensità dei biancorossi, unita all’ostinazione del Como nel voler sfondare attraverso il centro, ha prodotto una prima mezz’ora bloccata, dominata da scontri robusti nella fascia centrale del campo. I difensori biancorossi si sono ben disimpegnati nei duelli diretti con i marcatori, riuscendo a limitare le ricezioni fronte alla porta di giocatori come Strefezza e Cutrone che diventano letali se lasciati liberi di pensare e giocare in verticale.

Alla ritrovata compattezza senza palla non ha fatto seguito una fase d’attacco altrettanto efficace. Il Bari non è mai riuscito ad aggirare in modo proficuo il pressing dei padroni di casa, rifugiandosi in lanci facilmente catturati da Goldaniga e Barba. I due centrali sono stati facilitati anche da Puscas, sempre legnoso e impreciso nella gestione del pallone. A parziale discolpa del rumeno va precisato che non sempre è stato servito nel migliore dei modi, ma la sua goffaggine nel completare giocate apparentemente semplici non è del tutto giustificabile.

Puscas
Copyright: SSC Bari

Gli errori decisivi

Il piano gara del Bari ha subito il primo scossone al 38esimo, quando una ricezione nel mezzo spazio sinistro di Da Cunha, su cui Matino è uscito in ritardo, ha consentito a Cutrone di attaccare lo spazio alle spalle del centrale campano e di ricevere in libertà sulla fascia. Il numero 10 ha poi crossato in area, dove Gabrielloni è sfuggito alla marcatura leggera e disattenta di Zuzek, la cui mancata diagonale è stata quasi inspiegabile.

Uno sviluppo simile ha portato il Como al raddoppio ad inizio ripresa. In questo caso è stato Gabrielloni a vincere il duello determinante per il proseguo dell’azione: la sua sponda in anticipo sull’intervento di Vicari ha favorito la conduzione di Strefezza, che ha subito servito in profondità ancora Cutrone, questa volta libero sulla fascia destra. Il Bari aveva appena effettuato i cambi e si era disposto con il 4-4-2, che forse spiega i ritardi nelle uscite che hanno facilitato l’azione del Como. Mentre Cutrone riceveva sulla destra, Da Cunha tagliava verso l’area di rigore da sinistra, in netto vantaggio rispetto ad un Achik poco lesto nel leggere il potenziale pericolo.

Vicari
Copyright: SSC Bari

La prestazione di Dorval

Nel 3-4-2-1 pensato da Iachini le fasce erano occupate da Pucino, il cui impiego in zone avanzate del campo si dimostra sempre poco fruttuoso, e Dorval, posizionato a sinistra. Il terzino algerino aveva già fornito prove incoraggianti sul versante sinistro, confermate da una prestazione, quella di sabato, che dimostra ulteriormente la sua predilezione verso quella zona di campo. Dorval è un terzino creativo ed intraprendente, a cui va concesso lo spazio di inventare e rifinire, e la possibilità di farlo percorrendo anche tracce più centrali è la soluzione migliore per valorizzarlo.

Contro il Como si è rivisto il Dorval pimpante ammirato in buona parte della passata stagione, e non solo nei dribbling e nelle progressioni, ma anche nei cross, come quello bellissimo effettuato con il piede debole per Puscas. La concorrenza di Ricci con ogni probabilità non consentirà a Dorval di trovare continuità in quel ruolo, ma per il suo sviluppo futuro queste indicazioni potrebbero risultare determinanti.

Dorval
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By Giovanni Fasano

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