Dopo il rammarico per la mancata vittoria contro il Cosenza, il Bari va a caccia di un successo che chiuderebbe alla perfezione la serie di quattro partite fra le due soste e permetterebbe agli uomini di Longo di andare al riposo nelle migliori condizioni mentali. Di fronte, allo stadio Zini, ci sarà la Cremonese, che nonostante un periodo non brillantissimo rappresenta uno degli avversari più attrezzati in tutto il campionato. In un’intervista rilasciata ai microfoni di PianetaBari, il giornalista de La Gazzetta dello Sport Nicola Binda, esperto di Serie B, ha fatto il punto sulla condizione delle due squadre in vista della gara.

L’intervista a Binda su Cremonese-Bari
L’opinione sulla Cremonese
Partiamo con uno sguardo sulla B. Cosa l’ha colpita in queste prime giornate?
«Rispetto alla scorsa stagione il campionato mi sembra un po’ cambiato, non c’è una squadra più forte di tutte come poteva essere il Parma. Ci sono almeno sette o otto formazioni competitive per la promozione. Il torneo è molto aperto, con contendenti maggiori rispetto al passato e realtà importanti che non sono partite benissimo. Alla lunga, però, i veri valori probabilmente verranno fuori».
Fra le formazioni che, un po’ a sorpresa, non hanno iniziato benissimo c’è proprio la Cremonese, prossimo avversario dei biancorossi.
«Sono stupito perché avrebbero dovuto dare continuità al lavoro dello scorso anno, invece hanno fatto dei passi indietro senza aver mantenuto il ritmo. La mia sensazione è che Stroppa non abbia ancora trovato la quadratura del cerchio, anche se va detto che ha perso tre difensori fra squalifiche e infortuni. Queste assenze sono pesanti, ma fra centrocampo e attacco ha qualità clamorose. Non so quale potrà essere il suo futuro, ma stupisce che da marzo non vinca due partite di fila».
Lei ha parlato di qualità clamorose. Fra i giocatori di talento rientra sicuramente Vandeputte, che però sta faticando a trovare brillantezza. Una situazione simile, anche per quanto riguarda l’impiego tattico, a quella avvenuta lo scorso anno con Falletti, ora a Bari…
«Vero, ma c’è da dire che lo scorso anno Falletti a Cremona aveva una concorrenza spietata, non ha mai fatto nulla per dimostrare di meritare uno spazio superiore rispetto agli altri. Il caso Vandeputte, quest’anno, sta facendo rumore, l’hanno chiesto più volte a Stroppa e lui ha dato una spiegazione tattica. Secondo il tecnico il calciatore occupa più o meno la stessa posizione della passata stagione, da mezzala deve integrarsi con il quinto di sinistra e muoversi verso il centro, come faceva a Catanzaro. Rispetto all’anno scorso, questa volta è uno dei tanti, non è più intoccabile e deve dimostrare di sapersi meritare il posto. C’è da dire che lunedì sera, contro il Brescia, dopo il suo ingresso la partita è cambiata».
La convince la gestione del reparto offensivo da parte di Stroppa?
«La Cremonese ha preso tre attaccanti diversi. Produce tanto ma fatica a concretizzare, è la squadra che numeri alla mano arriva più volte al tiro, ma nonostante abbia questo volume di occasioni segna pochissimo. Hanno preso tre giocatori come Bonazzoli, Nasti e De Luca con l’intenzione di risolvere questi problemi. L’obiettivo, ruotandoli o mettendoli insieme, è di provare a fare più gol. Questo è essenziale, altrimenti è inutile costruire gioco. Io, però, avrei piuttosto preso solo un Lapadula, che era una garanzia».
L’ex biancorosso Nasti, però, qualcosa sta facendo vedere.
«Lui è l’unico che dà un po’ più di concretezza, ma ha comunque fatto solo due gol».
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Il parere di Binda sul Bari
Veniamo invece al Bari. Si aspettava questo avvio?
«Lo scorso campionato ha avuto un prologo particolare, la finale persa imponeva una rivoluzione radicale che non è stata fatta e le conseguenze si sono viste. Adesso il Bari ha cambiato pelle, ha scelto un allenatore perfetto che ha bisogno di tempo per dimostrare il proprio valore. In B sono cambiati dieci tecnici, Inzaghi e Grosso hanno inciso subito, lui ha dovuto prendere in mano una squadra reduce da una salvezza rocambolesca, che andava ricostruita in un ambiente in perenne contestazione. Dopo l’avvio shock contro la Juve Stabia è venuto fuori e ora sta facendo bene».
Longo, forse, è stato spesso sottovalutato ma per la B rappresenta una garanzia.
«Sicuramente lui ha dimostrato di poterci stare alla grande in cadetteria, l’ha anche vinta. Forse in A ha fatto qualcosa in meno, per la B è una certezza e bisogna fidarsi di lui. L’anno scorso ha subito l’esonero con la squadra potenzialmente terza in classifica, fu una cosa molto strana e illogica, anche se alla fine il Como in A c’è andato. I tifosi devono fidarsi di lui, è un allenatore che sa benissimo quello che fa».
Il suo modulo sembra valorizzare particolarmente gli esterni. Per Dorval e Oliveri può essere la stagione della consacrazione?
«Dorval a Bari lo si conosce benissimo, mi entusiasma quando lo vedo in giornata. Si deve solo disciplinare un po’, probabilmente Longo lo sta aiutando nel maturare. Oliveri è una scelta di Magalini, l’ha avuto lui a Catanzaro, crede tantissimo in questo calciatore, è un talento che può dare delle soddisfazioni. È più disciplinato rispetto a Dorval, forse ha meno esperienza ma ha il potenziale per fare grandi cose».
Maita, invece, sembra essere tornato a fare il Maita.
«Immagino che lui sia gratificato dal fatto che Mignani lo volesse a tutti i costi a Cesena. Al tempo stesso il Bari non ha voluto liberarlo, riempiendolo di fiducia, questo avrà fatto scattare qualcosa nella sua testa».
Veniamo all’attacco. Lasagna, Novakovich e Favilli sono tutti giocatori a caccia di riscatto. La convince questo reparto offensivo?
«Sono tutti calciatori che non sono arrivati nel momento migliore della loro carriera. Novakovich e Favilli vengono da una retrocessione, Lasagna ha segnato poco in Turchia, ma il fatto che il Bari li abbia presi così li avrà rimotivati, anche perché parliamo di profili di qualità. A fare la differenza saranno le motivazioni, credo che una piazza come quella biancorossa potrà riaccendere in loro la fiamella. Longo dovrà essere bravi a gestirli».
Chi ha iniziato molto bene, invece, è Mantovani.
«Lui in categoria è abbastanza una certezza, a Bari ha trovato anche il piacere del gol che non è nelle sue corde».
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