Bari-Feralpisalò, l’analisi: la ricerca ossessiva della verticalità e le prove di Benali e Dorval

L’analisi di Bari-Feralpisalò

La cura Iachini continua a far bene al Bari: dopo aver superato il Lecco, i biancorossi conquistano i 3 punti anche contro la Feralpisalò. Escluso un avvio vivace e promettente, il Bari non ha fornito una buona prestazione, ma come già detto dopo la gara dello scorso weekend in questo momento la priorità è quella di immagazzinare fiducia e punti per lavorare e crescere senza l’assillo della classifica.

A decidere il match é stato il solito Sibilli, a segno per la terza volta dal dischetto su nove marcature totali. Il fallo da rigore è stato commesso da Di Molfetta, ingenuo nell’allargare il braccio sulla volée di Lulic, apparso un po’ più coinvolto rispetto alle precedenti uscite. Per il Bari la vittoria significa zona playoff rimessa nel mirino, in attesa che le prossime due trasferte sciolgano i dubbi sulle reali ambizioni della squadra.

Per riavvolgere il nastro della partita torna il Bari a Scacchi, la rubrica attraverso cui analizziamo il match di giornata evidenziandone temi e prestazioni chiave. Per Bari-Feralpisaló ci siamo soffermati sulle indicazioni offensive (e non solo) date da Iachini e sulle difficoltà della squadra nell’applicarle. In aggiunta, un approfondimento sulle prestazioni difensive di Benali e Dorval.

Sibilli Bari
Copyright: SSC Bari

Le intenzioni del nuovo Bari

180 minuti sono abbastanza per intravedere quali sono le direttive date da Iachini alla squadra. Contro il Lecco, smaltita la confusione iniziale, il Bari aveva prediletto un atteggiamento più conservativo, evitando di scoprirsi per non lasciare il fianco all’avversario. Nonostante la larga vittoria, Iachini ribadì come l’obbiettivo a medio-lungo termine fosse quello di essere più aggressivi per arrivare a dominare l’avversario. A conferma di ciò, nella gara di sabato i tentativi di assecondare le indicazioni del mister, seppur in modo rapsodico, sono stati fatti: nei primi 20 minuti il Bari ha cercato di tenere alti i ritmi della contesa, innescando azioni di pressing dopo ogni palla persa e riuscendo in alcuni frangenti a schiacciare la Feralpisalò nella propria metà campo. L’impeto iniziale si è via via affievolito, ma l’approccio avuto è un manifesto inequivocabile delle intenzioni di Iachini.

Anche in fase di possesso il mantra di Iachini è parso chiaro: circolazione del pallone rapida e ricerca della verticalità immediata. Il problema è stato il modo in cui la squadra ha interpretato i dettami citati. Spesso è capitato che terzini, centrocampisti o anche attaccanti forzassero la verticalizzazione nonostante avessero il tempo per elaborare ed eseguire una scelta più efficiente. I più fallosi da questo punto di vista sono stati Maita, Menez e anche lo stesso Sibilli, cresciuto, quest’ultimo, solo oltre la metà del secondo tempo. Se da Maita, i cui limiti nell’ultimo terzo di campo sono noti e ormai difficilmente smussabili, determinati errori te li aspetti, da Menez e Sibilli si può pretendere maggiore precisione e lucidità quando imbeccati sulla trequarti. D’altronde, l’obbiettivo di Iachini è proprio quello: allungare la difesa avversaria, sfilacciare i reparti e consentire a Menez e Sibilli di fiondarsi nei corridoi lasciati sguarniti.

Facendo un parallelismo con il Bari dell’anno scorso, anch’esso improntato sulla ricerca della verticalità, la differenza risiede anche e soprattutto nelle caratteristiche dell’attaccante a disposizione. L’anno scorso il tempismo nella verticalizzazione non era sempre una prerogativa, in quanto Cheddira, pur partendo con leggero ritardo, riusciva a recuperare metri su metri a quasi tutti i marcatori. Discorso diverso per Puscas, che non ha e non avrà neanche quando ritroverà la forma migliore nella velocità in progressione la sua arma più affilata. Nel suo caso sarà il sincronismo con il rifinitore a risultare determinate.

Menez
Copyright: SSC Bari

Le prove di Benali e Dorval

In una prestazione collettiva appena sufficiente, sono emerse in positivo alcune individualità, soprattutto in fase difensiva. Il primo calciatore da menzionare non può che essere Ahmad Benali, la cui costante crescita nel ruolo di vertice basso potrebbe seriamente ridefinire i confini della sua carriera ad alti livelli. Da mezzala, in contesti tattici che non fossero improntati su palleggio e predominio territoriale, Benali iniziava a pagare lo scotto di una dimensione fisica e atletica non all’altezza dei palcoscenici calcati, ma da vertice basso di un centrocampo a tre questi limiti vengono abilmente compensati dalla sagacia con cui prevede movimenti e intenzioni degli avversari. Anche contro la Feralpisalò la sua presenza è stata determinante in fase di rottura del gioco avversario, soprattutto nella seconda metà della prima frazione. La puntualità con cui aggredisce in avanti o scivola tra i difensori per coprire l’area di rigore è stupefacente se pensiamo alle grosse difficoltà palesate solo un anno fa nell’approcciarsi a questo nuovo ruolo.

Al pari della prova di Benali va sottolineata quella di Dorval, eccellente nel reggere ed uscire vittorioso da un duello tutt’altro che semplice. Il suo avversario di giornata era Mattia Felici, uno dei calciatori più in forma dell’intero campionato. Felici, pur giocando da esterno di un 3-5-2, ha un’interpretazione molto offensiva del ruolo: chiede sempre palla, gioca quasi sulla stessa linea degli attaccanti e punta spesso il diretto marcatore. Nella precedente gara contro il Palermo aveva creato diverse difficoltà a Diakite, mentre sabato la sua intraprendenza si è scontrata con la concentrazione di Dorval, mai superato in tutta la gara. I numeri di Felici sono impietosi: 0 tiri, 0 passaggi chiave effettuati e 0 dribbling riusciti su 4 tentati. Se ce ne fosse ancora bisogno, Dorval ha nuovamente dimostrato di essere un ottimo terzino in fase difensiva, soprattutto negli uno contro uno. I miglioramenti, fisiologici per un ragazzo al secondo anno tra i pro, vanno fatti nel lavoro di reparto, ma è un discorso che coinvolge anche il resto della retroguardia.

Benali
Copyright: SSC Bari

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By Giovanni Fasano

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