Un pareggio tra i rimpianti per il Bari, che impatta al San Nicola con il Cosenza per 1-1. Una buona prova dei biancorossi, l’ennesima dell’ultimo periodo, in cui però è stato decisivo l’operato del VAR Baroni e dell’arbitro Marchetti, apparso inadeguato a un contesto del genere. Alla rete di Pucino ha risposto nella ripresa Fumagalli dal dischetto. Di seguito le nostre pagelle BRUTTE di Bari-Cosenza. Una scelta editoriale che – ribadiamo – accompagnerà il post partita, volta a unire la critica giornalistica, a un sano umorismo. Clicca qui per rileggere le pagelle brutte di Frosinone–Bari.

Le pagelle brutte di Bari-Cosenza
La difesa
RADUNOVIC 6.5: Altra ottima prova del gigante serbo, che dice più volte no ai marcatori avversari. Come un Diglett, usa la mossa fossa e sbuca dal basso per chiudere la porta in faccia agli avversari mantenendo lo 0-0. Purtroppo per il Bari, il VAR e Fumagalli sono superefficaci.
PUCINO 7: Nel giorno del ritorno di Ricci a Bari, segna svettando proprio sull’ex terzino biancorosso beffando Micai. Fa il gesto del “non sento”, ed è vero perché ormai non c’è più nulla da dire. Estasi in casa Gazzismo.
VICARI 6.5: Da quando Di Cesare va in panchina è tornato quello del 2022/23. Forse non era un discorso tecnico, ma ormonale: si vede che Valerio emana dei feromoni che lo esaltano.
MANTOVANI 6: Una partita molto ruvida, sporca. Una pessima pubblicità per l’omonima azienda di saponi. A furia di tagliare in mezzo al campo, è stato licenziato il giardiniere che cura il manto erboso del San Nicola.
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Il centrocampo
OLIVERI 6: Buona prova, fino all’ingresso in campo di Andrea Ciervo che semina il buono e il cattivo tempo dalle sue parti. Probabilmente da piccolo sarà stato traumatizzato dalla morte della madre di Bambi.
(Dal 48 s.t.) FAVASULIÂ sv
LELLA 5: Caporale gli ricorda che a Bari vanno al mare a San Pietro in Bevagna e Gallipoli, mentre lui gli risponde che anche a Capitolo c’è un bel mare. Ne nasce un dissidio su chi cucina meglio la carne di cavallo tra leccesi e santermani, in cui a farne le spese è purtroppo Nunzio.
BENALI 6.5: In settimana ha detto che gli sarebbe piaciuto venire a Bari una decina di anni fa, ma che doveva fare a Bari a 12 anni? Come, ne ha 32? Impossibile. Altra prova encomiabile in mezzo al campo.
MAITA 7: Da un paio di settimane si esalta come quando si batteva Rosso a Pokemon Cristallo. Prestazione mostruosa in fase di non possesso, tra i rimpianti di Mignani davanti alla televisione, che purtroppo non basta per fermare Marchetti dall’entrare in confusione.
(Dal 36 s.t.) COLI SACO 5.5: Avevamo elogiato le sue lunghe leve un paio di partite fa, però i tentacoli bisogna averli al posto delle gambe. Le braccia devono essere attaccate al corpo.
DORVAL 6: A metà tra un trattore in fase offensiva e una smart in fase difensiva. Ne viene fuori una onesta Fiat Panda che, come sempre, il suo lo fa sempre.
(Dal 37 s.t.) OBARETIN sv

L’attacco
FALLETTI 6.5: Cestina tre passaggi banali nel primo tempo, tant’è che Longo si pizzica le guance per capire se stesse sognando o meno. Decide allora di alzare il motore e prima prende un palo poi serve l’ennesima gemma da calcio d’angolo: +1 al Fanta assicurato.
(Dal 22 s.t.) SIBILLI 5.5: Rientra dopo tanto tempo e si vede, visto che il suo motore appare ingolfato. Ha la chance per chiudere la gara, ma per sua sfortuna la palla gli rimbalza sul più bello davanti facendogli recitare tutto il calendario.
LASAGNA 6: Corre tanto, soprattutto nel secondo tempo aiuta molto la squadra con i suoi movimenti. Però non siamo a Just Dance. C’è un oggetto chiamato pallone che andrebbe buttato in porta ogni tanto.
(Dal 48 s.t.) NOVAKOVICH sv
LONGO 6.5: Il Bari piace, è compatto e equilibrato, ma non disdegna trame di gioco offensive che mettono in crisi i marcatori calabresi. Il rosso a Lella condiziona la gara, ma anche successivamente i biancorossi soffrono ben poco. Forse qualche cambio si poteva evitare o mutare, ma il tecnico ha spiegato come servissero i centimetri di Obaretin e Coli Saco. Preferiamo non approfondire a che tipo di misure alludesse.
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