Nella mattinata odierna, è tornato a parlare l’amministratore unico del Bari Luigi De Laurentiis. Tante le tematiche affrontate nel corso della conferenza stampa, tra cui quella del possibile ingresso dei nuovi soci. Di seguito le sue dichiarazioni raccolte dal nostro inviato al San Nicola Raffaele Digirolamo.

Le parole di Luigi De Laurentiis
Subito sul futuro. Come prosegue la ricerca di un eventuale socio?
«Negli ultimi tempi sto dialogando con due realtà. Le sto conoscendo e loro stanno studiando il Bari dal punto di vista dei numeri e della piazza. La novità è questa. Il rischio fa parte di questo mestiere, ovviamente per me, come sempre detto, l’importante è darla in mani solid. Preferisco rischiare io e aspettare ma darla in mani che sappiano dare progettualità e programmaticità, know-how. Il rischio è tutto mio, nell’interesse della piazza».
Si può sapere qualcosa in più?
«Esiste un patto di riservatezza, cerco di essere più neutro possibile. Non sono gruppi italiani, gli stranieri sono molto interessati al nostro paese».
Il mercato lo farà ancora Magalini?
«Lui è arrivato in un momento in cui arrivavamo da quattro allenatori e la finale dei play-out. Ha preso una eredità non facile con grande serietà, ha rimesso in piedi una squadra dopo un’annata horror che le ha permesso di essere nei play-off tutto l’anno. L’anno scorso però è mancato, ovvio che l’anno scorso è finito male, nelle ultime giornate ci siamo ammazzati da solo. Siamo ripartiti con un’altra rivoluzione, cercando di prendere giocatori di proprietà con un mercato valutato in maniera positiva. Le variabili sono state tante, nel calcio non basta ripartire da zero, poi le difficoltà arrivano. Abbiamo perso Gytkjaer, Vicari è stato out due mesi. Per ora abbiamo punti in campionato che non corrispondono, qualcosa non ha funzionato. Affronterà il mercato di gennaio con lo stesso piglio con cui ha cercato di prendere giocatori importanti l’anno scorso, anche se le sessioni invernali non sono mai semplici. Ci sono anni che partono male e poi la rosa inizia a girare in maniera diversa, mi auguro che possiamo trovarsi a giugno in una situazione differente».
Com’è possibile che società come Monza e Juve Stabia passino di mano così in fretta e il Bari no?
«Comparare la Juve Stabia al Bari è un po’ diverso. Con la nuova proprietà della Juve Stabia ci ho parlato, hanno passato un anno intero per capire su chi investire. Ci sono delle tempistiche ben precise, non c’è nulla dietro di diverso, la Juve Stabia ha anche un bacino d’utenza, altre cifre».
Un investitore estero come può essere attratto da una piazza che sembra priva di valore?
«Ho sempre detto ai tifosi che comprendo essere contrati alla multiproprietà e fischiare il presidente, non mi fa piacere ma lo capisco. Ma ho sempre detto che questa piazza non sta offrendo una bella cartolina, diventa autolesionismo, perché all’estero si chiedono come mai la città è così difficile. C’è poi l’altra difficoltà, fischiando i giocatori è normale che alcuni con una testa più fragile possano sentire quei fischi sulle gambe. Quei giocatori volevano venire a Bari, è un peccato ed è autolesionistico arrivare a questo. Nessuno più di me tiene a lasciare questa squadra con un lieto fine, dopo averci investito tanto tempo. Questo non aiuta il Bari a trovare lidi migliori».

