Intorno all’83’ della sfida disputatasi ieri pomeriggio tra Bari e Cesena al San Nicola, i giocatori bianconeri hanno protestato per un tocco di braccio in area di rigore di Nunzio Lella. L’arbitro Santoro ha lasciato correre con il VAR Baroni che ha confermato la sua scelta. Rivedendo l’azione la palla carambola effettivamente proprio sul braccio del centrocampista biancorosso, il che ha scatenato la furia dei romagnoli nel post partita. Se Mignani ha glissato sull’episodio, le testati locali si sono interrogate (eufemismo) sul perché non sia stato assegnato il rigore. Ecco cosa dice il regolamento.

Il presunto rigore in Bari-Cesena
In questo contesto, il tocco non è stato punito perché la palla giunge sul braccio di Lella dopo un colpo di testa di Mantovani, volto a spazzare la sfera al di fuori dell’area di rigore. Il regolamento dice che un pallone colpito da un proprio compagno e destinato sul braccio di un altro compagno di squadra, soprattuto vista la distanza ravvicinata, non viene punito perché ricade in una situazione di gioco inaspettata. Per lo stesso identico motivo il VAR Baroni ha deciso di non intervenire non richiamando l’arbitro Santoro al monitor.
Domenica scorsa, in occasione di Lecce–Juventus, si era verificata la stessa identica situazione con i bianconeri che avevano chiesto un calcio di rigore per un fallo di mano di Gaspar. Anche in quella situazione la palla proveniva da un compagno di squadra e il tocco non è stato valutato come falloso. Partite diverse, ma decisioni identiche e soprattutto corrette.
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