Emanuel Rivas è uno dei calciatori stranieri più apprezzati nella storia del Bari. L’esterno d’attacco argentino ha giocato in Puglia dal 2008 al 2012, per un totale di 75 presenze condite da 6 reti. Il classe 1983 di Quilmes fu tra i protagonisti dell’ultima promozione in A con Conte, per poi ritagliarsi ampio spazio anche nel biennio in Serie A con Ventura.
Rivas è intervenuto ai nostri microfoni ieri sera durante la trasmissione di PianetaBari su Twitch e YouTube condotta da Claudio Mele e Giovanni Fasano (clicca qui per iscriverti al nostro canale Twitch), (clicca qui per iscriverti al nostro canale YouTube).

L’intervista a Rivas
Cosa fa Rivas oggi?
«Sono ancora nel mondo del calcio. Lavoro con il mio ex procuratore da agente sportivo e nel tempo libero gioco nel campionato senior di calcio argentino. Qualche volta è capitato di provare a portare qualcuno dei miei assistiti in Italia, però ancora non ci siamo riusciti. Mi piacerebbe portarne qualcuno a Bari, sarebbe l’occasione per ritornare in Italia».
Da quanto manchi a Bari?
«Sono 4 anni che non vengo in Europa. Questi ultimi anni ci ho provato, ma ancora non ho avuto la possibilità purtroppo. Bari è nel mio cuore, ho vissuto 4 anni fantastici lì in Puglia».
Che ricordi hai di Bari?
«Sicuramente non mi dimenticherò mai il gol incredibile che realizzai all’Atalanta, tra l’altro il primo al San Nicola dal ritorno del Bari in Serie A. Venivamo dal match con l’Inter che avrebbe fatto il Triplete, dove sbagliai un gol incredibile all’ultimo minuto che avrebbe potuto farci vincere. Anche contro il Milan non posso dimenticare la giocata che feci sbagliando poi il gol, come spesso capitava. Ogni tanto mi riguardo quella giocata su YouTube (ride, ndr)».
«Quell’anno, il primo in Serie A, facemmo grandi partite; sicuramente è stato l’anno più bello della mia carriera. Io stavo bene, mi sentivo in forma. Facevamo un gioco con Ventura bellissimo, simile a quello di Conte dell’anno precedente, avevamo le giocate in testa. Vincemmo con la Juve, tutte le partite furono belle, ne sbagliammo davvero poche. La mia più bella fu con Milan, anche con l’Atalanta, la Juve e la Fiorentina all’ultima giornata».
«Sì, confermo. Volevano dare soldi e un giocatore al Bari, ma Ventura si oppose. Il Bari poi chiese di più e saltò tutto. Il calcio è fatto di queste cose. Io sono felice della mia carriera, per cui devo ringraziare Conte che mi ha voluto a Bari».
«Conte mi ha aiutato tantissimo. Venivo da un calcio con poca tattica e lui mi ha insegnato tanto. Aveva una mentalità da vincente, sapevi che dovevi vincere per forza perché se pareggiavi ti restava una cattiva sensazione. Anche Ventura mi ha insegnato tanto, ma Conte è stato il tecnico migliore mai avuto. Con Ventura
«Barreto ha fatto il primo anno di A strepitoso. Vedeva la giocata prima degli altri, ti faceva giocare al meglio. È stato quello con cui mi sono trovato meglio. Poi anche Ranocchia e Bonucci, Almiron che aveva un piede incredibile. Mariano Donda un altro calciatore fortissimo. Tutti hanno avuto un rendimento incredibile e si è visto poi quello che hanno fatto Bonucci e Ranocchia in carriera. Mi dispiace per Barreto che ha avuto poi parecchi infortuni. Soprattuto il secondo anno di Serie A ci è mancato molto».
«Con Donda ci sentiamo spesso e ci vediamo ogni tanto. Ranocchia è un grande amico, sono andato al suo matrimonio. Con Bonucci ci scambiano qualche messaggio. All’inizio non avevamo un bel rapporto, poi col tempo siamo diventati molto amici».
«Sinceramente no. Io però l’ho conosciuto bene e posso dire che lui davvero si sentiva da sempre molto forte, il migliore. Alla fine è riuscito a diventare uno dei più forti nel suo ruolo, ha dimostrato che aveva ragione. Non era veloce, non era molto alto, ma aveva un piede fantastico. I suoi lanci per Barreto erano incredibili. Si è meritato tutto questo».
«Non pagavo mai le cene o al bar il primo anno di Serie A. Dovunque andavi ti offrivano da mangiare, oppure quando andavo a fare la spesa mi offrivano tutto e ringraziavano per quello che facevo per il Bari (ride, ndr). L’anno che facemmo male la gente ricordo mi chiedeva che succedeva, ci tenevano giustamente molto».
«Purtroppo il calcio è così, dispiace davvero per come è andata. Pensavamo di doverci salvare, addirittura di fare meglio del primo. Partimmo anche benissimo: battemmo la Juve, pareggiammo a Napoli. Non so che sia successo. Andarono via Bonucci e Ranocchia, la difesa cambiò tutto. Avemmo tanti infortuni come Barreto, io o Almiron».
«Sempre. Non guardo le partite, ma mi interesso sempre dei risultati nel weekend. Il Bari è la squadra italiana del mio cuore. Mi dispiace per due anni fa come è finita ai playoff, sono sicuro che i galletti presto torneranno in Serie A».
«Non c’è dubbio, sicuramente per il Bari! A Spezia non sono stato male, ma in Italia c’è solo il Bari. Spero di tornare presto!».