Si arresta a Pisa, dopo 14 risultati utili consecutivi, la striscia d’imbattibilità del Bari di Moreno Longo. All’Arena Garibaldi i biancorossi hanno rimediato una sconfitta inappellabile, vidimata ad inizio secondo tempo ma intuibile dopo l’andamento dei primi 45 minuti. Il ko sotto la Torre non deve in alcun modo condizionare i giudizi sull’ottimo percorso intrapreso dai biancorossi, ma segna una distanza apparentemente incolmabile con una delle grandi potenze della categoria.
Il Bari ha provato a giocarsela con le proprie armi, con alcune variazioni sul tema sorprendenti e meritevoli di un approfondimento. Per esaminare queste mosse dello staff tecnico e i tanti altri temi forniti dalla gara torna il Bari a Scacchi, la rubrica d’analisi successiva ad ogni partita dei biancorossi. Per Pisa-Bari abbiamo deciso di soffermarci sul piano gara pensato da Longo, sulle mosse tattiche dietro la crescita del Pisa nell’arco dei primi 45 minuti e su alcune prestazioni individuali insufficienti.

L’analisi di Pisa-Bari
L’approccio del Bari e la reazione del Pisa
Il Bari non ha approcciato male la gara. Nei primi minuti i biancorossi hanno risposto colpo su colpo alle iniziative del Pisa, riuscendo anche a gestire il possesso con brillantezza per diverse fasi della prima frazione. Il piano gara di Longo era il consueto, almeno in fase di non possesso: pressione uomo su uomo sin dalla prima costruzione avversaria e grande densità in zona palla.
La disposizione con la palla era invece più cervellotica: Sibilli e Novakovich, nominalmente le mezze punte a supporto di Favilli, interpretavano il ruolo in modo diverso, assecondando ognuno le proprie caratteristiche. L’ex di giornata svariava verticalmente e orizzontalmente, mentre lo statunitense si muoveva in funzione di Favilli cercando di compensarne i movimenti. Sin da subito si è però avuta l’impressione che al Bari mancasse qualità e brillantezza in zona rifinitura, soprattutto a causa dei tanti errori tecnici commessi da Favasuli, Novakovich, Favilli e anche da parte dell’insospettabile Sibilli (clicca qui per leggere l’approfondimento su quest’ultimo).
Con il passare dei minuti il Pisa ha alternato varie disposizioni in prima costruzione, riuscendo a trovare con maggiore continuità i riferimenti oltre la prima linea di pressione del Bari. Fondamentale è stata la mobilità di Piccinini, la cui marcatura era affidata a Benali. La struttura del Pisa variava in base ai movimenti del giovanissimo centrocampista: a volte affiancava Marin in un canonico 3+2, mentre in altre situazioni occupava la posizione di Canestrelli costringendo il Bari ad un cambio di marcatura.




L’obiettivo del Pisa era poi quello di andare subito in verticale cercando di attivare le combinazioni tra Lind e Moreo. L’attaccante danese ha dominato il duello fisico con Vicari, soprattutto dopo il giallo rimediato dal capitano del Bari. Con la spada di Damocle della doppia sanzione a pendere sulla sua testa, l’ex Spal ha dovuto difendere in modo più conservativo, regalando a Lind quelle frazioni di secondo fondamentali per guadagnare una posizione di vantaggio nei duelli. Dai tanti palloni ripuliti da Lind il Pisa ha generato diverse occasioni, la maggior parte delle quali poi sviluppate sull’asse Angori-Touré. Come Lind, anche i due esterni hanno dominato i duelli contro i propri marcatori, soprattutto da un punto di vista fisico.

La prestazione insufficiente di Favasuli e le scelte di Longo
In tal senso, desta qualche perplessità la scelta di Longo di rilanciare Favasuli in un match così esigente ed impegnativo. L’ex Ternana, rientrato nell’undici titolare oltre un mese dopo l’ultima volta, ha disputato una prova pessima, soprattutto sul piano tecnico. Nel primo tempo le due più grandi occasioni del Bari sono capitate sui suoi piedi e in entrambi i casi Favasuli ha mancato il passaggio decisivo optando per la soluzione sbagliata.

Questi due errori sono la punta dell’iceberg di una prestazione costellata di imprecisioni che hanno inficiato sull’efficacia della manovra del Bari. I 60 minuti in campo di Favasuli si sono conclusi con una percentuale di passaggi riusciti inferiore al 60% e con 11 possessi persi, di cui uno determinante perché precedente al calcio d’angolo che ha portato al vantaggio del Pisa. Nelle ultime settimane Favasuli era sempre subentrato con la giusta intensità e la consueta applicazione, ma per contestare la titolarità ad un giocatore più formato come Oliveri la strada da percorrere è ancora lunga.
Così come la scelta di schierare Favasuli, anche le decisioni prese a gara in corso da Moreno Longo hanno fatto discutere. L’intenzione del mister torinese era chiara: mantenere la gara in equilibrio per poi provare ad incendiarla con gli ingressi dalla panchina programmati per il 60′. Detto ciò, guardando lo sviluppo della partita la scelta più saggia sarebbe stata quella di affrancarsi dalla strategia iniziale e cambiare qualcosa già dopo la fine del primo tempo.
Risulta quasi superfluo sottolineare che al termine dei primi 45 minuti era evidente che servissero un paio di modifiche per anestetizzare il forcing del Pisa e provare a creare qualche grattacapo ad una squadra che nonostante il match fosse in parità pareva in totale controllo del match. Ciò non è avvenuto, Longo non si è discostato dal piano originario e i cambi sono arrivati dopo il gol subito, senza sortire alcun effetto significativo. Spesso sottolineiamo la scarsità di risorse a disposizione del mister biancorosso – ed anche venerdì, soprattutto nel reparto arretrato, si è notata -, è però altrettanto vero che in diverse partite non le ha utilizzate nel modo migliore.
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