Si preannuncia una festa di sport domenica pomeriggio la gara tra Lecco e Bari, con il Rigamonti-Ceppi tutto esaurito. Sold out da giorni il settore ospiti dell’impianto lecchese, per una sfida tra due squadre che vivono momenti opposti: i padroni di casa sono in risalita dall’avvento di Bonazzoli in panchina, gli ospiti sono reduci dal pari in rimonta con la Feralpisalò e soprattutto la batosta inferta dal Venezia. Abbiamo intervistato il direttore generale del Lecco, Angelo Maiolo, per fare il punto della situazione a tre giorni dalla partita. Si ringrazia per la disponibilità l’ufficio stampa dei manzoniani.
L’intervista a Maiolo
Direttore Maiolo, domenica che sfida sarà?
“Arriva il Bari, noi siamo in un momento buono, però il Bari è sempre il Bari. È giusto dare loro merito, anche se ultimamente vedo che non stanno facendo bene, però sono sempre una grossa squadra. Quindi mi auguro solo in un momento di sport, perché sapete benissimo che poi finiti i 90 minuti deve essere solo calcio, ma mi auguro e credo che sia così. Io conosco tantissimi baresi, vengo spesso a Bari, conosco molto bene Bari e dico che sono dei gran signori. Quindi sono sicuro che verrà fuori una bella partita di calcio”.
Si aspettava un Bari in difficoltà?
“Questa è la realtà del campo, però se poi andiamo a guardare i giocatori del Bari, insomma, è una bella squadra. Poi ci sono dei momenti in cui si va su, altri dove si va giù. Però ci aspettiamo una gara combattuta, una guerra dove tutti e due vogliono vincere. Abbiamo bisogno di punti, come del resto il Bari, quindi io mi aspetto una battaglia, ovviamente sportiva. Vincerà il più forte, anche il più fortunato, perché nel calcio tante volte gli episodi determinano una partita”.
Il Lecco come ha detto prima è in un buon momento. Tutto merito del cambio in panchina?
“Se dicessi che mi sarei aspettato un miglioramento così forse sarei presuntuoso, però diciamo che una svolta c’è stata. Noi abbiamo scelto un lavoratore che tutti sanno arrivava dalla Serie D, con tanta personalità, un carattere forte. Devo dire che forse oggi alla luce di tutto abbiamo indovinato. Aspettarcelo era quello che speravamo perché è chiaro che non si sapeva come sarebbe andata ed era un grosso rischio. Devo dire che oggi il duo Bonazzoli-Malgrati ci sta dando soddisfazione, nonché l’ultima partita a Como, dove credo che tutti hanno visto la partita. Siamo andati a giocare contro una corazzata, prendendo un palo e una traversa. Credo che possiamo oggi giocare con chiunque”.
Per Lepore questa non sarà una partita come le altre.
“È vero. Quando ci parlo mi dice «direttore, per me è un derby». Lui è leccese, è chiaro che col Bari per lui sia un derby. Lui la vive così, sebbene sia un grande esperto di promozioni, quindi non lo scopro certo io. Dico che bisogna aspettarsi un Lepore agguerrito, anche se lo è in tutte le partite, perché è il suo modo di fare, il suo carattere è quello. Tuttavia credo che domenica ci metterà qualcosa in più”.
Davvero ha caricato tutti i suoi compagni come ha dichiarato recentemente?
“Sì, sì, è verissimo. Lo ripeto, Lepore è un guerriero di natura, ma credo che l’ambiente sia stato caricato veramente tanto anche da lui. Anche se contro il Bari non è che ci sia tanto da caricare, perché insomma arriva una grande squadra. Magari sono anche un po’ patriottico, perché frequento Bari spesso e volentieri e ho molte conoscenze, ma mi auguro che dopo di noi il Bari arrivi in alto. Noi gli abbiamo dato Cheddira, non dimenticate che era un giocatore del Lecco. Un grande giocatore, che il Bari l’ha fatto arrivare in A. Quindi, diciamo che i rapporti con Bari per quanto ci riguarda sono ottimi”.
Da un leccese come Lepore a un barese come Domenico Fracchiolla…
“Su Fracchiolla poi lei apre una porta aperta. Mi reputo quello che l’ha portato al Lecco, perché lo conoscevo, conoscevo la famiglia, conoscevo suo papà, che so che lavora con i ragazzini ancora lì a Bari, e io l’ho voluto ai tempi che furono. Devo dire che aveva fatto benissimo, perché aveva fatto quarto o quinto posto. Poi si era rotto qualcosa, praticamente una discussione con divergenze diverse, e si è allontanato a Francavilla. Però io quest’anno, devo essere sincero, ho fatto di tutto per riportarlo a Lecco. Per me è uno dei migliori direttori sportivi che c’è in giro, non offendendo nessuno”.
Direttore Maiolo, come ha visto in questi giorni il patron Di Nunno?
“Beh, lui è di Canosa, quindi… È chiaro, se uno gli fa la domanda lui dirà che tifa per il Lecco, essendo presidente del Lecco. Però effettivamente resta sempre un pugliese. È vero che si è trasferito da anni a Milano, ma è anche vero che è nato lì. Insomma, è carico, è uscito dall’ospedale, domenica era a vedere la partita con il Como, per la prima volta dopo quattro mesi. Domenica ci sarà, c’è il Bari e sapete benissimo che un po’ di anni fa avevamo tentato anche di prendere il Bari. Poi siamo arrivati secondi”.
Partecipaste anche voi al bando per acquisire il titolo sportivo della città.
“I pugliesi ci hanno chiesto «Perché non sei venuto in Puglia, perché non hai preso questo, perché non hai preso questa squadra?». Ma voi sapete bene che ci sono dei meccanismi, che non basta dire «La prendo». C’erano i De Laurentiis, ma noi, Maiolo e Di Nunno, avevamo fatto veramente di tutto per poter prendere il Bari. Siamo arrivati secondi, non possiamo farci nulla, però questo dimostra che c’era dell’attaccamento anche nostro verso il Bari. Le buste hanno detto quello che hanno detto e poi abbiamo preso il Lecco. Ma la direttiva all’epoca era provare a prendere il Bari”.
Maiolo, c’è un calciatore che teme particolarmente nel Bari?
“Se devo essere sincero, temo tutti i giocatori del Bari, perché, ripeto, sarà perché io frequento Bari, sarà perché ho grosse amicizie, ma per me il Bari è da temere nella sua interezza. Poi ci sono dei momenti di crisi e il Bari, secondo me, deve uscirne fuori come abbiamo fatto noi. Non so quali siano i problemi, perché non sono dentro. Non so se riuscirà a salire in A, però penso che arriverà in alto in classifica. Il Bari è in un momento no, ma credo che appena vince una partita, spero dopo di noi, viaggerà in alto”.
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