Chi ha avuto modo di interfacciarsi in queste ore con Moreno Longo lo descrive come un fiume in piena, carichissimo per quella che sarà la sua nuova avventura nel capoluogo pugliese. Finalmente Bari, diremmo, considerando che ogni qualvolta il tecnico piemontese avesse calcato il manto erboso del San Nicola, non la smetteva nell’elogiare il pubblico barese e ricordare le sue origini materne che lo legavano alla piazza biancorossa. Salvo clamorosi scenari sarà domani il giorno del via libero definitivo, per iniziare una nuova era col segno del riscatto (clicca qui per leggere il nostro FOCUS su Moreno Longo).
Già, perché quello che Longo ha vissuto negli scorsi mesi è semplicemente vergognoso. L’allenatore piemontese è stato esonerato a Como lo scorso novembre, con la squadra nelle zone altissime della classifica. L’idea premeditata era quella di licenziare il tecnico da zona playoff per affidarsi a Fabregas. Qualsiasi proprietà (anche straricca) come quella del Como è padrona di fare ciò che ritiene più opportuno. Chi spende ingenti soldi è giusto che decida con la propria testa, ma nel calcio dovrebbe esistere sempre il rispetto e la dignità. Longo è stato calpestato, umiliato, deriso, sbeffeggiato.
Uno schiaffo a chi come Longo ha svolto il suo lavoro con enorme professionalità e profitto. Ne ha parlato lo stesso allenatore qualche mese fa a La Gazzetta dello Sport, non nascondendo tutto il suo rammarico: «È stato un grande rammarico dover scendere da un carro che sapevamo essere vincente. Annusavamo già la possibilità di andare in serie A, sapevamo che la società a gennaio avrebbe investito, La strada era tracciata, non mi sorprende. Quando ci penso provo ancora un po’ di rabbia: essere scalzato per i risultati deludenti ci sta, ma se i risultati ci sono… Per questo ero arrabbiato. Ma il cambio è stato fatto per un solo motivo, per fare posto a Fabregas».
Ora la meritata chance Bari, per dar seguito a una carriera in ascesa bruscamente interrotta per motivi extracampo.
