Ricominciare. Parola che sicuramente risuona in modo particolarmente rumoroso nella testa di Giuseppe Iachini, nuovo allenatore (il terzo stagionale) del Bari. Ricominciare per riportare la calma in un ambiente che ne ha fortemente bisogno. Ricominciare a restituire serenità al gruppo squadra. Ma ricominciare anche per sé stesso, dato che Iachini non allena dal 6 maggio di due anni fa, ultima giornata di Serie B 21-22: una vittoria per 1-0 del suo Parma in casa di un Crotone già retrocesso (gol del Mudo Vasquez).
A volte, ricominciare può essere un po’ più facile se in squadra ti ritrovi qualcuno che conosce i tuoi metodi di lavoro e i tuoi insegnamenti. Specialmente se prendi la squadra in corsa, e di tempo ce n’è poco. Questa non è però una regola aurea, e non ci si deve spostare di tanto per trovare un esempio in cui questo dettame non ha trovato applicazione. Marino, subentrato a Michele Mignani quattro mesi fa, ritrovava ben 6 giocatori che aveva già allenato in precedenza: da Bellomo a Vicari, da Acampora a Morachioli fino a Maiello e Benali. E all’alba del suo esonero, si può affermare che Marino a Bari abbia vissuto più bassi che alti.
Quell’incrocio tra Iachini e Benali
E Iachini? Nell’attuale rosa del Bari non c’è un singolo giocatore che, nella sua carriera, abbia disputato una partita sotto la guida tecnica di Giuseppe Iachini. L’unico che ci è andato vicino è Ahmad Benali, perno del centrocampo biancorosso e che ha condiviso con il nuovo mister del Bari il ritiro estivo 2015 del Palermo, prima di salutare in direzione Crotone. In una conferenza prima della sua partenza, però, Benali fece in tempo a tessere le lodi di Iachini: “Mi sta aiutando molto sia dal punto di vista difensivo che quello offensivo”, disse rispondendo a una domanda. Otto anni dopo i due si incontrano nuovamente. Questa volta, però, l’impressione è che Benali sarà protagonista.
