Domenico Dachille è uno dei migliori calciatori prodotti dal settore giovanile del Bari. Il difensore classe 2005 di Palo del Colle ha giocato l’ultimo biennio in Primavera e negli ultimi mesi dello scorso anno è stato aggregato anche in prima squadra insieme a Colangiuli (clicca qui per leggere la nostra intervista al fantasista). Dachille da luglio gioca proficuamente all’Avellino Primavera, essendo stato ceduto a titolo definitivo al club irpino. In vista del match di domani tra Avellino e Bari Primavera, Dachille è intervenuto ai nostri microfoni martedì sera durante la trasmissione di PianetaBari su Twitch e YouTube condotta da Claudio Mele e Giovanni Fasano (clicca qui per iscriverti al nostro canale Twitch), (clicca qui per iscriverti al nostro canale YouTube).
L’intervista a Dachille
Che partita sarà domani?
«Sicuramente una partita sentita, essendo le due squadre rivali. Dal mio punto di vista si affronteranno due squadre che giocano un bel calcio. Conosco i ragazzi del Bari e conosco mister Di Bari, per cui so cosa ci aspetterà domani».
Che effetto sarà per te affrontare il Bari?
«Sarà un’emozione unica, visto che sono stato capitano del Bari e cresciuto lì fino dall’Under 15. Affrontare il mio passato è sicuramente emozionante».
Il tuo obiettivo è arrivare in prima squadra?
«Certo. Quest’anno ho avuto qualche problemino fisico all’inizio, per cui ho iniziato tardi la preparazione. Sono stato convocato una volta quest’anno, per cui mi auguro adesso col tempo di arrivarci e restarci. In ogni caso sono vice-capitano e mi ritengono uno importante in Primavera».
Che hai appreso l’anno scorso in prima squadra?
«Mi porto dietro il fatto che il gruppo è stato fondamentale. Deve essere la base di uno sport, il gruppo è sacro. Ero capitano in Primavera, per cui l’ho notato di più. Da Di Cesare e Vicari devi imparare tutto, anche come si comportano fuori dal campo. Devi studiarli a fondo».
Speravi di esordire?
«Assolutamente sì. Da tifoso del Bari e cresciuto nel Bari ci speravo, sebbene da difensore e in un momento come quello era chiaramente difficile».
Il Bari crede nei ragazzi della Primavera?
«Io credo che adesso ci stanno puntando un po di più. Anche il fatto di allenarsi qualche volta è importante, avverto che i mister ci vedono con occhi diversi, come delle scommesse da vincere. Questo non avveniva quando ero più piccolo, penso qualcosa stia cambiando».
Quanto è stato difficile l’addio?
«Non tutti abbiamo avuto le stesse possibilità, parlo in generale. Il Bari quest’anno ha voluto fare un discorso più a lungo termine, portando tutti i 2007 in Primavera e ragionando in prospettiva. La società ha deciso così, l’Avellino ha creduto di più nelle mie potenzialità e mi ha offerto un progetto di crescita che ho ritenuto mi avrebbe potuto dare più soddisfazioni».
Se segni esulti?
«Sì, perché non farlo sarebbe una mancanza di rispetto nei miei compagni, direttori e tifosi che hanno creduto in me. Lo scorso anno ci sono andato parecchie volte vicino. Il mio modello è Van Dijk, Kalulu. Insomma, il classico difensore moderno».