Intervenuto all’interno del programma A tutto campo, in onda su RadioBari, l’attaccante biancorosso, ormai aggregato della Primavera, Davide Colangiuli ha raccontato il suo percorso di vita e gli inizi come calciatore: «Sono di Bari, del quartiere Libertà . Sono da sempre legato al Bari. Ho iniziato a giocare per strada con i miei amici, poi sono passato al Free Time e al Bari. Purtroppo poi c’è stato il fallimento, dunque sono passato alla Pro Calcio Bari, dove mi hanno tirato su il morale facendomi tornare il sorriso. Il Bari mi ha richiamato nell’Under 17, per poi passare negli ultimi due anni in Primavera. La passione per il calcio e per il Bari mi è stata tramandata da mio nonno, a cui ho regalato la mia maglia come ringraziamento e nell’occasione lui e mia nonna hanno pianto. Ringrazio anche i miei genitori e mio padre, che riesce sempre a farmi tenere i piedi per terra».
Colangiuli ha ricordato l’esordio col Modena: «Mi allenavo con la prima squadra da due settimane, dando come sempre il massimo. Parlando con i mister avevo intuito che ci sarebbe potuto essere un esordio, sebbene non me l’aspettassi così precoce. A fine primo tempo il mister mi ha mandato a riscaldare. Pensavo di dover giocare 10 minuti, invece poi sono subentrato immediatamente. Avevo un po’ d’ansia, ma poi sono entrato determinato senza paura, pronto a fare la differenza. Ho pensato solo al campo, quello che succedeva intorno non lo sentivo. In generale, sono un ragazzo tranquillo, sia fuori che dentro il campo».
L’esordio al San Nicola e i nuovi compagni: «Avrei preferito farlo in maglia biancorossa, però è stato un sogno che devo ancora metabolizzare. Io perendo ad esempio molto la grinta di Bellomo. Con la Cremonese ero dietro di lui e vedevo come scalpitasse. Vedevo nei suoi occhi il fuoco di vincere e dare il massimo. Io chiaramente cerco di imitarlo. In queste settimane ho appreso il ritmo, la rapidità , il rispetto. Tutte qualità che avevo e che si sono rafforzate. Ho imparato la cura del copro, prima e post allenamento. Ho legato di più con Nasti e Pissardo, mi piace quella cattiveria di Sibilli come trascinatore, quando mi rimprovera. So che lui pretende il massimo e so di poterlo fare anche con il suo incoraggiamento».
L’orgoglio di Colangiuli: «Io do sempre il massimo, comunque vada. Non ho fatto ancora nulla, devo ancora dimostrare tante cose e se ne avrò la possibilità lo farò. Spero di segnare, esulterei sotto la Curva Nord. So già che piangerei. Devo ringrazio anche mister Iachini che mi ha dato la possibilità di esordire dimostrando di credere in me. Ci vuole forza per fare una cosa così».
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