Ciao Elia, ora goditi la Serie A

L'addio di Elia Caprile

Ci siamo. Questo sarà l’ultimo weekend biancorosso di Elia Caprile, che dalla settimana prossima diventerà a tutti gli effetti un portiere del Napoli. Lunedì con ogni probabilità sosterrà le visite mediche col sodalizio partenopeo, per poi essere girato immediatamente all’Empoli e diventare l’erede di Vicario.

Si chiude così l’avventura biancorossa dell’enfant prodige veronese, arrivato nel totale scetticismo dalla piccola Pro Patria. Un acquisto che più azzeccato non si potesse, con Ciro Polito che tutto avrebbe potuto sbagliare all’infuori del portiere che avrebbe raccolto l’eredità di Gigi Frattali.

Ho avuto il piacere di intervistare lo scorso giugno il direttore dei bustocchi Sandro Turotti, che profetizzò: “Elia è stato il miglior portiere della Serie C”. 365 giorni dopo, aggiungo, Caprile non solo ha dimostrato di essere il miglior portiere della cadetteria, ma si è anche preso con estremo merito la porta della nazionale Under 21, alle spalle di Carnesecchi.

L’aneddoto sul giovane Elia

Ebbi modo di essere presente alla prima conferenza stampa del guardapali ex Leeds. Dopo essersi preso la scena in Coppa Italia nella gara di Verona, dove salvò miracolosamente una conclusione a botta sicura di Faraoni, e alla prima in casa del Parma, sventando un prodigio di Vazquez, l’addetto stampa del Bari Leonar Pinto decise che sarebbe toccato a lui parlare davanti ai giornalisti pre-Palermo.

Tra una domanda e l’altra, Elia non smetteva di sorridere e godersi il momento, consapevole che tutti i riflettori (e non solo luci locali) fossero puntati su di lui. Un collega, in conclusione, chiese che cosa si aspettasse per l’esordio domenicale al San Nicola. Lui senza battere ciglio rispose: “Vediamo prima se il mister mi mette in campo”.

Nove calciatori su dieci, soprattutto a quell’età, avrebbero dato per scontato la titolarità e detto le solite frasi sdoganate di questo calcio ormai noioso. Non Elia. Quel giorno quel ragazzo dimostrò di meritare i più alti palcoscenici, dando una risposta da fuoriclasse.

Le cifre dell’addio

Dopo un anno senza sbavature, la Serie A diventa allora inevitabile. Se avesse miracolosamente salvato il suo Bari dalla zampata di Pavoletti al 94′, probabilmente ora staremmo scrivendo di un portiere pronto a consacrarsi in massima serie coi colori biancorossi. Ahinoi, le storie d’amore spesso non hanno un lieto fine e quelle lacrime versate la notte della finale di ritorno avevano l’amaro gusto dell’addio.

Caprile passa al Napoli per una cifra poco superiore ai 7 milioni, con una percentuale all’incirca del 20% da versare al Leeds. Diversi i sondaggi ricevuti in questi mesi: dall’offerta invernale del Benfica di 4 milioni e il 20% sulla futura rivendita, alle richieste d’informazione di Fiorentina, Lecce e persino Inter.

Il Napoli, però, chiaramente aveva l’ultima parola e sarebbe stato da scriteriati lasciarsi sfuggire un diamante del genere. A queste cifre, quelle richieste anche per Cheddira, l’affare era troppo succulento e così il passaggio di consegne si è certificato in questi giorni, per una trattativa che si può definire chiusa.

I numeri di Caprile

A poco meno di 22 anni, Elia ha difeso la porta biancorossa in 43 occasioni: 2 in Coppa Italia, 37 in campionato e 4 nei playoff, saltando solo la trasferta di Genova all’ultima di campionato. Quindici le gare dove ha realizzato un clean sheet, poco più di una ogni tre. Due i rigori parati con i galletti: a Olivieri in Perugia-Bari e a Cerri in Como-Bari.

Infinite, invece, le prodezze e le parate salva risultato: dal tuffo su Angella alla terza giornata, alle magie nella rotonda vittoria col Modena, fino ai voli (tanto belli quanto purtroppo inutili) contro il Cagliari la notte del San Nicola. Ciao Elia, ora goditi la meritata Serie A.

By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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