Caprile: “Bari mi è entrata dentro. Giocare a Napoli il coronamento di un sogno” VIDEO

Le parole di Elia Caprile

Dopo la salvezza ottenuta da protagonista con l’Empoli, Elia Caprile ha parlato a SportWeek del suo ruolo, della sua esperienza a Bari e del suo futuro a Napoli.

Elia Caprile
Copyright: SSC Bari

Le parole di Elia Caprile

Elia, eri un bambino quando sei entrato nel Cadore: se chiudi gli occhi, il primo ricordo che ti torna in mente è…?

«Le mie lacrime. Avevo 6 anni. Arrivo al campo e mi buttano in mezzo agli altri, a correre dietro alla palla, ma gli istruttori non potevano immaginarlo, perchè nessun bambino, di regola, vuole stare in porta. Così torno a casa incazzato nero e, piangendo a dirotto, annuncio: “Io non ci torno, là”»

Ma perchè ti eri messo in testa di fare il portiere?

«Perchè ho cominciato nel 2006, quando l’Italia vince il Mondiale. La prima maglietta che mio padre Luigi mi portò a casa era proprio quella di Buffon in Nazionale, color oro»

È a Bari, l’anno scorso, che capisci di avercela fatta? Miglior portiere della B… (sorride)

«Lo stai dicendo tu…Ho capito di aver alzato il livello. La città mi è entrata dentro, così come a tutta la mia famiglia. Quando nella passata stagione perdemmo la finale dei playoff ,mio fratello scoppiò a piangere. Un mese fa, insieme a mio padre è andato fino a Terni a vedere il ritorno dello spareggio salvezza… La tifoseria, la squadra… Non ho mai trovato un gruppo così coeso. Mi sento con tanti di loro, Frattali, Benali, Di Cesare, un idolo: a 41 anni si è caricato la squadra sulle spalle».

I tuoi pregi e i tuoi difetti.

«Pregi: l’equilibrio interiore e il coraggio nelle uscite. Sono propositivo, bravo a far ripartire velocemente l’azione. Difetti: a volte sono troppo determinato nell’andare dritto per la mia strada. La mia ragazza, che studia Psicologia, me lo ripete sempre, che dovrei smussare qualche angolo. Sono sotto analisi tutti i giorni»(ride)

Ci pensi che potresti essere allenato da Conte?

«Divertente… Giocare nel Napoli sarebbe il coronamento di un sogno, mio da calciatore e di papà come tifoso. Ma pure mamma, che è veronese, dice che vorrebbe vivere a Napoli»

L’intervista completa

 

 

 

By Domenico Farella

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