Bari ritrova il pienone: il racconto della serata

Il racconto della serata del San Nicola

Bari e la sua Astronave dipinta d’azzurro hanno accolto al meglio i ragazzi di Spalletti in una serata fatta di gol, gioia e spensieratezza cercando di spazzare via le grane extracampo che in questi giorni stanno mettendo a soqquadro il calcio italiano. Una gara importantissima per l’Italia, chiamata a battere Malta per restare in scia dell’Inghilterra per le qualificazioni a Euro24 in Germania. Una serata indelebile per chi vi ha preso parte.

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I 56.187 cuori azzurri di Bari

Un sold out annunciato da diversi giorni e Bari che ritrova la Nazionale dopo 7 anni: c’erano tutti i crismi per una serata perfetta. Sin dal pomeriggio l’atmosfera che intorno allo stadio si percepiva era di grande festa. È stato un crescendo di energia comune, tanti ragazzi e tante famiglie hanno attorniato sin da subito il San Nicola. Giovani con qualunque tipo di maglia, dalle varie di Serie A ai completini più caratteristici di provincia sino ai classici colori biancorossi che non potevano assolutamente mancare.

Lo speaker dello stadio ha animato la folla festante scandendo il tempo a suon di musica. La coreografia iniziale eseguita alla perfezione ha reso il tutto più bello di quanto già non fosse: un’onda blu ai lati e il tricolore al centro. La bandiera nazionale nel cuore del San Nicola.

Una risposta così convinta da Bari non era affatto scontata. Nonostante un nuovo ciclo inaugurato e portato avanti dal ct Spalletti, i risultati degli ultimi anni sono stati piuttosto scadenti e di conseguenza la fiducia nei colori azzurri è venuta sempre meno. Dopo la vittoria dell’Europeo ognuno di noi ha donato un pezzo di cuore per quella squadra ma, come chi viene tradito sul più bello, il dolore della non qualificazione al mondiale ha fatto male a tutti.

Un clima di festa e passione che ha riportato a quell’11 giugno, quando solo il gol di Pavoletti ha raggelato un San Nicola ormai sicuro della Serie A. Ben 4 mesi dopo, un nuovo pienone, l’ennesima risposta di questa meravigliosa città.

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Il match e il calore dello stadio

Sin dal riscaldamento ogni singolo pallone toccato veniva acclamato e durante il match tutto ciò si è giustamente amplificato. Ogni gesto tecnico dei beniamini nel pre partita era scandito da un battito di mani e ogni singolo tiro errato era accompagnato da risate o espressioni poco colorite, sintomo del clima disteso. Il pubblico era come un filo incendiario di una di quelle bombe che vedevamo nei cartoni animati da piccoli, la partita ha dato l’innesco a quel sottile filo.

L’attesa ha aumentato il desiderio, il gran bel gol di Bonaventura ha fatto saltare dal seggiolino ogni singolo spettatore. Bandiere tricolori che sventolavano in ogni dove, il rumore delle trombette si rincorrevano come biciclette in strade di campagne e non smettevano di suonare. Non poteva mancare la classica hola, portata avanti con costanza da una curva all’altra.

Il primo tempo concluso con il gol di Berardi ha dato la sicurezza di una partita indirizzata complice anche un avversario non irresistibile. Il secondo tempo si è giocato sul filo dell’entusiasmo, il pubblico non ha fatto mancare il suo sostegno anche a chi oggi faceva il suo esordio ufficiale con la prestigiosa maglia azzurra come Destiny Udogie.

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C’era bisogno di ripartire per una città che negli ultimi anni ha subito batoste sportive non da poco. C’era bisogno di nuova energia e questa scossa, sopratutto per chi era lì, si è avvertita. Si è parlato tanto in questi giorni di calore, ne ha parlato anche Spalletti in conferenza alla viglia, e quel calore ha coperto un’astronave che ha subito nel tempo il fascino della vecchiaia come una cattedrale nel deserto.

Per un giorno Bari è stata il cuore pulsante della Nazione, una Nazione che vive di calcio proprio come lo stesso capoluogo pugliese. Una città che ha l’azzurro del mare nelle vene non poteva che accogliere con questa passione e con questa voglia di calcio, come detto dallo stesso Spalletti, questa Nazionale.

Il Sud è abituato a convivere con la paura” diceva Joe Don Baker in Cape Fear ma più che mai come in queste situazioni, il Sud è abituato a convivere con la passione.

 

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By Domenico Farella

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