Moncini salva un Bari orrendo. Fischi copiosi e striscioni contro la proprietà

La cronaca di Bari-Mantova

 Il Bari batte il Mantova, ma resta una squadra inguardabile con problemi sotto tutti i punti di vista. Dopo un primo tempo orrendo, la decide nella ripresa la quinta rete stagionale di Moncini, che permette ai biancorossi di ottenere il secondo successo casalingo consecutivo. Da capire se basterà per salvare la panchina di Caserta. Di seguito la cronaca del match tra Bari e Mantova. 

La cronaca di Bari-Mantova

Il primo tempo

Caserta conferma a grandi linee l’undici visto sette giorni con la Reggiana. Moncini guida l’attacco al fianco di Castrovilli, con Partipilo nuovamente in panchina, supportato da Antonucci. Al centro c’è di nuovo Verreth,  a cui il tecnico calabrese mette accanto Maggiore di ritorno dopo diverso tempo dal primo minuto. Sulle fasce Dickmann a destra e torna Dorval a sinistra, mentre in difesa, davanti a Cerofolini, conferma per il blocco a tre formato da Meroni Pucino, con la novità Kassama per lo squalificato Nikolaou.

L’avvio è già tesissimo sugli spalti: al secondo minuto in Curva Nord compare uno striscione eloquente — “SSC basta umiliazioni, vendi e vattene”. In campo, invece, il Bari è contratto e resta inchiodato nella propria metà campo, tra retropassaggi e fischi sonori. Mentre in campo non succede nulla, la protesta sugli spalti si intensifica con nuovi striscioni contro società e istituzioni, oltre alla presidenza giudicata “assente e incompetente”. Il Mantova continua ad affacciarsi in avanti, ma al trentaquattresimo arriva finalmente un segnale del Bari: Maggiore entra in area e ha una buona chance, ma si fa rimontare nel momento decisivo del tiro, sprecando tutto. A riassumere il primo tempo il coro amarissimo degli ultras: “Almeno un tiro in porta”. Il primo tempo scivola così sullo 0-0: Bari spento, timoroso e travolto dalla contestazione.

Il secondo tempo di Bari-Mantova

Il Bari si scuote e al cinquantesimo trova il vantaggio: sugli sviluppi di un corner nasce una mischia, Dorval calcia e Moncini è rapidissimo nel tap-in che vale l’uno a zero. Possanzini inserisce velocità e qualità al sessantaduesimo con Falletti e Mancuso, poi Caserta risponde inserendo Darboe e Pagano.

La contestazione resta la colonna sonora del pomeriggio: al sessantottesimo la Nord espone «Magalini vai in pensione». Al settantottesimo Moncini potrebbe chiuderla ma cicca il pallone da ottima posizione. La gara resta sporca, nervosa e apertissima. All’ottantaseiesimo Antonucci sciupa ancora il raddoppio tirando addosso a Festa, scatenando un altro coro di frustrazione dagli spalti. Due minuti più tardi Cerofolini viene impegnato per la prima vera volta — e risponde presente su un destro di Falletti.

Nel recupero succede di tutto: al novantaquattresimo Darboe rischia l’autogol con una svirgolata da brividi, ma Cerofolini si supera con un riflesso miracoloso. Al novantaseiesimo la beffa sembra materializzarsi: il Mantova segna e la bandierina resta bassa per un istante, poi si alza per indicare il fuorigioco. Finisce così, tra i fischi copiosi del San Nicola malgrado il successo.

By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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