I conti non tornano. Bari da A nei primi tempi, ma il rendimento (modesto) nella ripresa condanna Longo

La differenza tra i due tempi

Nell’analizzare il deludente pareggio di Cesena, in cui il Bari non è stato in grado di portare a casa il risultato nonostante l’uomo in più, uno degli aspetti emersi è quello legato all’incapacità cronica della squadra di mantenere costante il livello di performance nel corso delle due frazioni di gioco. Anche in terra romagnola, a un primo tempo stellare è coincisa una ripresa da dimenticare (clicca qui per leggere la nostra analisi completa della gara).

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La differenza abissale nel Bari tra le due classifiche

Una carenza apparsa evidente dai numeri. Limitando la classifica ai primi tempi, il Bari si ritroverebbe in testa con 42 punti, secondo miglior attacco e miglior difesa del campionato. Numeri che si capovolgono se si guarda la classifica dei secondi parziali, con una discrepanza negativa di 20 punti e un terzultimo posto complessivo, con il peggior numero di gol segnati. Una differenza enorme di rendimento confermata anche dalla media punti, che passa da 1,83 nel primo parziale a 0.96 nei secondi tempi. 

Facendo la somma di queste due classifiche, appare chiaro come questa enorme differenza porti ad inevitabili riflessioni, a partire sull’apporto delle seconde linee in uscita dalla panchina, spesso non in grado di portare lo stesso tasso qualitativo necessario per portare a casa il bottino. Oltre a quelle di mister Longo, incapace di sovvertire le sorti della gara nei novanta minuti.

Cosa reclama Longo alla squadra

In merito alle motivazioni che non hanno permesso ai biancorossi di portare a casa il bottino, si è espresso anche il tecnico Longo nel post-partita (clicca qui per leggere le dichiarazioni complete) «Abbiamo fatto anche una buona partita, ma non sono più contento perché i punti lasciati sono troppi. Non dev’essere creato l’equivoco della voglia dei ragazzi in termini d’impegno, su ogni campo ce la giochiamo, anche oggi a Cesena abbiamo messo sotto l’avversario, ma ci manca uno step, ovvero il portare a casa il risultato in ogni modo, anche essendo sporchi. Se passa il concetto che i ragazzi entrano in campo senza la voglia li bastonerei davvero, ma non è così. Però non basta più dire che siamo belli, serve chiudere il match assumendosi la responsabilità negli ultimi venticinque metri, lì devi osare».

 

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By Pasquale Caiati

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