Sei punti in otto partite, ben quindici gol subiti e appena otto segnati. È questo il rendimento più che negativo con cui il Bari ha iniziato la sua stagione, che avrebbe potuto essere anche peggiore senza il regalo da parte del Padova che, rimanendo in dieci, ha permesso ai biancorossi di vincere una partita fino a quel momento giocata al di sotto della sufficienza. È evidente, proprio per questo, che né allenatore né Magalini e Di Cesare possano ritenersi saldi nelle loro posizioni, nonostante la conferma in blocco avvenuta dopo la sconfitta di Reggio Emilia e la scelta di provare a uscire dalla crisi lavorando insieme in ritiro.

Bari, sotto esame anche Magalini. Il retroscena
È praticamente certo che la posizione di Fabio Caserta, confermata da Magalini dopo il fischio finale contro la Reggiana, sarà messa nuovamente in discussione se il Bari non dovesse trovare una svolta già a partire dalla prossima partita contro il Mantova. Tuttavia, l’allenatore non è l’unica figura sotto osservazione: le difficoltà della squadra, infatti, derivano anche da come è stata costruita. Nell’ultima partita, ad esempio, sono emerse chiaramente le numerose lacune difensive, che hanno vanificato anche gli aspetti positivi mostrati in fase offensiva.
Proprio per questo motivo voci di corridoio provenienti da via Torrebella parlano di una fiducia non più saldissima nei confronti dell’esperto dirigente, al quale sarebbero imputate una serie di scelte non propriamente felici fatte durante l’estate. Per questo motivo, è evidente che, se dovessero essere prese decisioni e valutato un possibile cambiamento, anche la posizione del direttore sportivo, Magalini, finirebbe sotto scrutinio. Con un contratto in scadenza a giugno e un rapporto costantemente tra alti e bassi con la piazza, pare assai difficile ad oggi una riconferma. Ecco perché l’ipotesi di cambiare a campionato in corso non è per niente remota, in caso di ulteriore crollo verticale.