Longo: “Il fallimento non esiste. Il settore giovanile una palestra eccezionale, ecco cosa mi ha insegnato”

Le parole di Longo

Questo pomeriggio, su Sky Sport, è andata in onda una puntata speciale de La Giovane Italia incentrata sul Bari e sul mondo delle giovanili con protagonista mister Longo. Il mister ha iniziato la sua avventura con i più piccoli nel 2007 partendo dalle giovanili regionali del Filadelfia Paradiso, per un anno ha allenato le giovanili nazionali della Canavese prima di arrivare al Torino in cui ha passato sette anni tra Allievi Nazionali e Primavera. Longo ha parlato dello spettacolo del San Nicola, dell’importanza dei settori giovanili e della cultura del fallimento. Di seguito le sue parole.

Longo
Copyright: SSC Bari

Le parole di Longo

Longo e il suo rapporto con il progetto: “Ho seguito il progetto La Giovane Italia dallo stato embrionale, mi ricordo le relazioni sui giocatori e lo scambio di opinioni. Questo mi riporta un pò al passato. In 13 anni son cambiate tante cose, la cosa che è rimasta intatta è la passione per questo lavoro che mi riempie di entusiasmo e voglia di fare. Cerchiamo di dedicare ogni energia a questo lavoro che cerchiamo di fare nel miglior modo possibile.”

Il suo rapporto con Bari: “Il San Nicola e i suoi tifosi sanno regalarti emozioni grandi. Quando sono seduto su quella panchina, le squadre entrano in campo e si crea l’atmosfera del San Nicola con il pubblico che canta il proprio inno credo sia una emozione davvero grande, questa partecipazione di tutto il pubblico fa venire la pelle d’oca. E’ il bello del nostro sport, è quello che ti fa venir voglia di continuare anche nei momenti difficili.”

Il suo rapporto con il settore giovanile: “Nel mio voler iniziare a fare tutti gli step c’è stato il voler formarmi per arrivare il più pronto possibile nel calcio dei grandi. E’ stata una palestra eccezionale perchè mi hanno permesso di entrare nelle dinamiche di allenatore dopo la vita da calciatore. Il settore giovanile mi ha dato l’elasticità di aver più mezzi possibili per cercare di cambiare e adattarmi alle situazioni poichè ogni anno la squadra cambia, cambiano i talenti, gli aspetti umani e le caratteristiche. Questo mi permette tutt’ora di concentrarmi sulle soluzioni quando ci sono dei problemi, il settore giovanile mi ha insegnato che si può trarre il massimo anche cambiando.”

Infine, il suo concetto di fallimento: “Credo che il momento di pausa forzata, per un allenatore, sia fondamentale per potersi analizzare poichè molto probabilmente si è sbagliato qualcosa. Il fallimento non esiste o, se esiste, è utile per raggiungere l’obiettivo. Bisogna rialzarsi e avere la forza di andare avanti. In Italia viene dato sulla testa dei giovani con una leggerezza che non gli aiuta. Fa parte di un itinerario di ciò che va prefissato.”

 

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By Domenico Farella

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