Sesto risultato utile per il Bari di Moreno Longo, che anche a Cremona, contro una delle squadre più competitive della categoria, ha fornito un’ottima prestazione. Il pareggio finale sta un po’ stretto ai biancorossi, soprattutto per la dinamica in cui è arrivato – la sfortunata deviazione di Vicari – e per le occasioni costruite nel finale di gara. Nell’economica del match pesa anche il rigore non dato a Favilli, su cui si sono espressi Longo, i giocatori e anche i dirigenti, ma nell’analisi di Cremonese-Bari cercheremo di soffermarci su altro, come i temi tattici, tecnici ed emotivi che hanno caratterizzato la partita.
Il menù de il Bari a Scacchi prevede: la strategia nelle due fasi approntata da Longo, i cambi fatti nel secondo tempo e la prestazione di Mehdi Dorval.

L’analisi di Cremonese-Bari
Il contesto tattico
Come al solito, l’approccio del Bari senza palla è stato coraggioso. I biancorossi si alzavano sulla prima costruzione della Cremonese orientandosi sull’uomo e cercando di sporcare il possesso dei padroni di casa. La differenza rispetto alle precedenti gare era che la Cremonese replicava il medesimo atteggiamento in fase di non possesso, costringendo i biancorossi a cercare soluzioni alternative al palleggio a ritmi controllati da dietro.


L’aggressività della squadra di Stroppa ha quindi portato il Bari ad assumersi meno rischi in prima costruzione e a cercare giocate più verticali ed immediate. La strategia trovava una sua efficacia quando il pallone transitava dalle parti di Sibilli e Falletti, che fungevano da acceleratori della manovra. Sibilli, a differenza di Falletti che è più razionale e riflessivo nella gestione del pallone, è istintivo e raramente si accontenta della giocata conservativa. Il fantasista uruguaiano ai numeri ha sostituito Lella nella cosiddetta posizione di mezzala di squilibrio, garantendo allo stesso tempo imprevedibilità.
Per Sibilli la sosta arriva come una manna dal cielo. Le 2 settimane serviranno per alzare il livello della condizione fisica, visto che questo stile di gioco spesso può risultare dannoso, perché causa tanti palloni persi. Infatti, dopo Mantovani, che è stato il calciatore con più tocchi effettuati nella gara, Sibilli è stato quello che ha perso più palloni, nonostante la sua partita sia finita dopo appena 50 minuti, ma allo stesso modo può generare gemme purissime come l’assist per Lasagna. La sensazione è che il Bari abbia bisogno di avere in campo uno o più giocatori in grado di capitalizzare con un’intuizione illuminata l’importante mole di gioco prodotta.
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Le mosse di Longo
Nel secondo tempo la Cremonese ha irrobustito il reparto offensivo aggiungendo Nasti al fianco di De Luca e passando alla difesa a 4 con Sernicola terzino sinistro. Proprio da quel lato, addensando tanti uomini, i padroni di casa hanno generato le principali occasioni da gol. Il Bari, quando schiacciato nella propria metà campo, ha faticato a gestire i duelli individuali contro i tanti giocatori abili nell’uno contro uno schierati da Stroppa ed ha concesso diverse giocate a palla scoperta (cioè quando il portatore di palla ha possibilità di scandagliare il campo senza che gli venga portata la giusta pressione). SI spiega anche così l’ingresso di Coli Saco per Sibilli, che non aveva più.
Poco prima del gol del pareggio Longo aveva optato per un doppio cambio coraggioso: fuori Lasagna e Falletti ormai allo stremo delle forze e dentro Favilli e Novakovich. L’idea, controintuitiva dato l’evolversi del match, era quella di offrire alla squadra un’alternativa sicura al palleggio dal basso per uscire dalla propria metà campo e anche di ricominciare ad impegnare la difesa della Cremonese. Al di là del gol subito – figlio di una giocata fortunata facilitata però dalla passività con cui l’intera squadra ha difeso in quella situazione -, la scelta della doppia punta ha pagato. Novakovich e Favilli in 25 minuti hanno vinto 8 dei dodici duelli (aerei o contrasti a terra) ingaggiati, quest’ultimo si è abbassato spesso, ha conquistato 3 falli molto importanti e, combinando con il compagno di reparto, ha avuto anche un paio di potenziali occasioni da gol.

La prestazione di Dorval
La presenza di una mezzala come Saco, più fisica e d’inserimento che di palleggio, ha depotenziato il Bari in zona rifinitura, ma a compensare il vuoto lasciato da Sibilli e Falletti è stato Dorval. Sulla fascia sinistra, con facoltà di rientrare in mezzo al campo e armare il piede forte, il terzino francese si sta ritrovando.
Detto ciò, come in ogni cosa, non può essere solo uno il fattore determinante nell’evoluzione di un calciatore. Dorval è cresciuto, comprende meglio il gioco ed ha affinato i suoi mezzi tecnici. Nel recente passato il piede debole lo usava poco e a fatica, adesso è una risorsa che lo rende una duplice minaccia agli occhi del marcatore. Sono state diverse le occasioni nelle quali ha raggiunto il fondo proponendo cross velenosi con il mancino, ma soprattutto sono state almeno tre le imbucate di destro per gli inserimenti dei vari Lasagna, Saco e Favilli che non si sono tradotte in gol per pochi centimetri.
Dorval è diventato indispensabile sia per il chilometraggio che garantisce (all’80’, dopo una partita di corsa e fatica, aveva ancora la forza di accompagnare l’azione e riempire l’area di rigore avversaria) che per l’apporto qualitativo alla manovra. Nel Bari è il miglior giocatore per passaggi progressivi effettuati dalla metà campo in su (22 in 7 partite), mentre estendendo la ricerca a tutta la categoria è settimo alle spalle dì Collocolo, Palumbo, Ciervo, Zanimacchia e Vergara. Insomma, giocatori con un volume di gioco decisamente superiore a quello di Dorval.
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