Uno dei principali protagonisti di queste prime 11 giornate di campionato, è stato Gabriele Moncini. L’attaccante nativo di Pistoia, con un fiuto del gol come poche volte visto in carriera, si sta prendendo ormai da tempo il Bari, diventando uno degli imprescindibili dell’undici titolare. Moncini ne ha parlato ai canali ufficiali della società in una intervista esclusiva.
L’intervista a Moncini
«Sono un ragazzo normalissimo» esordisce Moncini nell’intervista, «cerco di distinguermi per educazione. La mia passione nasce da mio papà, che giocava nella Pistoiese, la squadra della mia città. Ho iniziato nel Prato, feci tantissimi gol nelle giovanili e arrivò la chiamata della Juve a 15 anni. Per me era il sogno che si realizzava, ma sono stati tempi duri, ma allo stesso tempo stupendi. Mi sono anche allenato con Del Piero e Buffon a 16 anni, in quel momento ci perdi un attimo a perdere la bussola. Dopo la Primavera mi hanno mandato via, mi è crollato il mondo addosso. Per fortuna c’è stato Bisoli che mi ha voluto a Cesena e fatto esordire in B a 17 anni. Lì ho capito che volessi fare il calciatore».
Moncini ripercorre la sua carriera: «A Cesena ho esordito anche in A dopo aver vinto la B ai playoff. Guardando la mia storia, visto che ho giocato sempre in B, un po’ ho il rammarico che avrei potuto fare di più. Mi sono fatto le ossa in C al Prato, poi mi prese la SPAL in A dopo il fallimento del Cesena. Feci 6 mesi pazzeschi a Cittadella, perdendo la finale playoff col Verona. Vorrei comunque ritornare a mostrare il mio valore in Serie A, ho il sentore che ci riuscirò prima o poi. Mi auguro di farlo già a Bari».
L’attaccante spiega: «Le grandi stagioni nascono nello spogliatoio. Io cerco sempre di mostrare in campo l’atteggiamento giusto verso i compagni, anche se non mi ritengo un leader. Quest’anno sta andando molto bene. La Serie B è un campionato indecifrabile, serve fame e equilibrio. Io ero un po’ preoccupato in estate di allontanarmi molto da casa, ma sono stato smentito subito. Qui mi trovo da Dio».
