Modena-Bari, l’analisi: il ritorno a 4, la cervellotica gestione dei cambi e il ritorno di Aramu

L’analisi di Modena-Bari

A Modena il Bari prosegue nella sua striscia senza vittorie che con il pareggio conquistato al Braglia si allunga a 6 partite. Per come si era messa la gara e per le difficoltà palesate dal Bari negli ultimi metri il punto ottenuto può considerarsi un risultato positivo, ma non abbastanza per diradare le nubi che, al contrario, si fanno sempre più dense.

La zona playout ora dista solo un punto e i risultati di questo turno hanno ridisegnato parzialmente la classifica: mentre il Lecco annaspa nei bassifondi, la Feralpisalò è più viva che mai ed ha accorciato sul 15esimo posto. Tra il Bari e la squadra di Zaffaroni ci sono solo Ascoli, Ternana, Spezia e Cosenza racchiuse in soli 3 punti. Al momento la lotta per la salvezza sembra circoscritta a queste squadre, con Modena e Cittadella più distanti ma ancora a rischio dato il recente stato di forma. Proprio la sfida tra biancorossi e canarini ha evidenziato la mediocrità delle due compagini, che si sono esibite in una prestazione complessivamente insufficiente.

Il match aperto da Palumbo ed equilibrato da Pucino ha però fornito qualche spunto interessante, soprattutto su alcune prestazioni individuali. Per analizzare tutto ciò che è accaduto torna il Bari a Scacchi, il nostro consueto appuntamento post gara. Modena-Bari è stata la gara del ritorno alla difesa a 4, ma anche del ritorno in campo di Mattia Aramu. Inoltre, è stata una partita significativa per le scelte a gara in corso operate da Iachini.

Pucino Esultanza
Copyright: SSC Bari

Il ritorno alla difesa a 4

Rispetto alle recenti uscite il Bari è tornato alla difesa a 4, come non faceva dalla sconfitta in trasferta a Bolzano. La scelta è figlia dell’assenza di Matino, a cui Iachini ha sempre dato grande fiducia, ma anche della necessità di proporre qualcosa di diverso.

La presenza di un centrocampista di ruolo in più ha garantito al Bari maggiore ordine sia in fase di difesa posizionale che in transizione. Lulic e Maita hanno intasato i corridoi centrali e sono stati sempre puntali negli scivolamenti laterali, ma in fase di spinta non sono riusciti a garantire un supporto sufficiente agli attaccanti. A collegare i due reparti ci hanno provato Sibilli e Morachioli, ma il primo è stato evanescente, mentre il secondo non è stato abile come nella gara contro la Sampdoria negli smarcamenti tra le linee. Alle difficoltà delle mezzepunte si è sommata la prestazione a tratti snervante di George Puscas, sostituito dopo un primo tempo in cui è risultato più dannoso che utile alla causa. I numeri dei suoi 45 minuti in campo sono impietosi: 10 tocchi, appena 5 passaggi completati e nessun duello vinto. Dati che confermano sensazioni visibili anche ad occhio nudo per quanto lampanti.

La prova ectoplasmatica di Puscas ha convinto Iachini a stravolgere l’impianto offensivo affidandosi al giovane Colangiuli nel ruolo di prima punta, nonostante lui in Primavera giochi sulla trequarti o addirittura a centrocampo. Paradossalmente il classe 2005 è riuscito a gestire più palloni di Puscas, emergendo grazie ad un paio di spunti che ne hanno confermato quelle qualità che da tempo decantiamo su queste frequenze. La fase offensiva del Bari è però sempre parsa frammentaria ed episodica, legata più ad associazioni estemporanee tra i calciatori che da un’idea condivisa e sviluppata da tutta la squadra. Nel pressappochismo generale si è rivisto un buon Bellomo, soprattutto quando sollecitato sul centro-sinistra a ridosso dell’area di rigore, ma non abbastanza per riuscire a trovare la giocata vincente.

Puscas
Copyright: SSC Bari

Aramu-Bari, secondo capitolo

Oltre a Colangiuli e Bellomo dalla panchina è subentrato anche Mattia Aramu, oltre tre mesi dopo l’ultima apparizione in biancorosso. Considerata la lunga inattività, la prova di Aramu, almeno da un punto di vista fisico, è stata sufficiente. Il numero 70 ha disputato 50 minuti continui, senza particolari guizzi ma costanti per applicazione e impegno. Della sua prova si ricordano un paio di buone trame costruite in tandem con Bellomo: nella prima occasione ha eseguito un ottimo movimento sul cross tagliato del compagno, mancando per poco l’impatto con il pallone; nel secondo caso è stato lui a servire il numero 10 con un cross preciso a rimorchio.

Nelle prossime gare, inserito in un attacco più funzionale e meno improvvisato, Aramu potrebbe rivelarsi una risorsa importante nei finali di gara. Le sue abilità balistiche restano, ciò che manca è la brillantezza negli ultimi metri, ma con la stanchezza accumulata nelle gambe degli avversari il mismatch atletico potrebbe, anzi, dovrebbe appianarsi.

Aramu Bari
Copyright: SSC Bari

La gestione dei cambi di Iachini

Aramu e Colangiuli sono stati i primi due cambi effettuati da Iachini, subentrati rispettivamente a Sibilli e Puscas. La scelta è stata forte ma legittima nel caso di Puscas, la cui prova andava simbolicamente punita. Resta qualche dubbio sulla scelte di sostituire Sibilli, parso nervoso sin dai primi minuti ma sempre in grado di accendersi attraverso una conduzione, un filtrante oppure una conclusione dalla distanza. Avendo inserito Colangiuli, che per ovvi motivi non ha potuto garantire un grande apporto fisico, la scelta più logica sarebbe stata quella di rilevare Morachioli piuttosto che Sibilli, ma Iachini ha letto la gara diversamente.

Successivamente il numero 77 ha lasciato il posto a Bellomo, che come detto ha dispensato un paio di giocate interessanti. Nel finale i crampi hanno tolto Maita dalla contesa, rimpiazzato da Edjouma, mentre piuttosto che osare e proporre un tridente ambizioso con Colangiuli e Aramu alle spalle di Diaw, Iachini ha preferito togliere il classe 2005 per dare qualche minuto all’attaccante Italo-nigeriano.

La scelta è in linea con l’ossessione per l’equilibrio sbandierata sin dal suo arrivo a Bari dal tecnico marchigiano, ma non ha fruttato nulla di positivo. L’idea era forse quella di limitare le sortite offensive del Modena demandando ai soli Aramu e Diaw il compito di far risalire il pallone, ma in entrambe le fasi di gioco il piano non ha funzionato. Non essendo in grado di superare la propria metà campo, il Bari si è ulteriormente abbassato prestando il fianco all’invasione, seppur moderata, del Modena. Da quei 10 minuti in apnea è fruttata una grossa occasione per il Modena, che per pochi centimetri non condannava il Bari ad una sconfitta quasi impossibile da digerire. Difficile che il brivido finale modifichi le convinzioni di Iachini, ma se la richiesta è quella di avere coraggio e sfrontatezza e poi dalla panchina arrivano input radicalmente opposti è difficile che la squadra segua i proclami a mezzo stampa.

Colangiuli
Copyright: SSC Bari
By Giovanni Fasano

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