Sabato si torna in campo per la trentacinquesima giornata di campionato, con i galletti alle prese con l’ostica trasferta di Cosenza, squadra reduce da una convincente vittoria nell’ultimo turno. Una finalissima per il Bari, attualmente in zona playout, che è costretto a fare più punti possibili in questo finale di stagione per scacciare l’incubo retrocessione. A presentare la partita contro i calabresi dalla sala stampa del San Nicola capitan Valerio Di Cesare. PianetaBari seguirà l’evento col direttore Claudio Mele inviato allo stadio.

La conferenza di Di Cesare
Inizia la conferenza di Valerio Di Cesare.
Cosa è successo?
«Neanch’io me lo sarei aspettato. Ci credevo, forse perché vedo spesso il bicchiere pieno. Venivamo da due vittorie consecutive, ci credevo, eravamo vicini ai playoff. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma non mi aspettavo così e non ci avrei mai minimamente pesato. Io ho sempre creduto in tutti gli allenatori, anche in Iachini. Poi purtroppo i risultati non sono andati come ci aspettavamo e ora siamo in questa situazione».
Di Cesare è d’accordo con le parole di Maita?
«Non so quello che ha detto. È vice-capitano ed è libero di dire quello che pensa. Per me non c’è stato niente con Iachini. Ho letto di cattivo feeling, ma credo che siano i risultati ad aver determinato l’esonero. Quando le cose e le annate vanno male si dicono sempre le stesse cose. Ho 41 anni e penso di aver dimostrato qualcosa a livello di uomo. Leggere che sia io quello che fa fuori gli allenatori è brutto, ed è successo sia con Auteri, Mignani, Carrera che ora. Leggo di delegazioni di giocatori. Ho sempre portato rispetto verso tutti, sapete cosa provo per questa maglia. Dispiace che escano tante cose dallo spogliatoio, dovrebbe essere un posto sacro. Leggo di lamentele ti troppo sala video, cose astruse».
Cosa conta adesso?
«Conta il Bari e la salvezza, è vita. Retrocedere vorrebbe dire fallire clamorosamente. Sono le solite frasi fatte, ma bisogna andare oltre quello che uno ha. Essere concentrati dal primo al novantaseiesimo, visto che prendiamo ultimamente spesso gol all’inizio. Bisogna salvarsi e andare oltre. A Cosenza sarà una partita difficilissima, per me conterà tanto quanto o forse di più dell’11 giugno».
C’era confronto con i tecnici?
«Sempre. Ma io faccio il giocatore, non il dirigente. Sono basito che escano tante stronzate dallo spogliatoio. Non posso dire ai direttori fate tornare tizio o caio».
È vero che Di Cesare ha litigato con Puscas?
«Con Puscas non è successo nulla. Mi sono incazzato perché ho preso un’ammonizione».
PB – Il Bari si salverà perché?
«Il Bari si deve salvare per forza. Dobbiamo mettercela tutta perché non possiamo retrocedere, dobbiamo farlo a tutti i costi».
I calciatori hanno il fuoco negli occhi?
«Sicuramente. Come detto retrocedere sarebbe una tragedia».
Che gara sarà a Cosenza?
«Tosta. Tutino lo metto al pari di Pohjanpalo, ci sono tanti giocatori forti. Mancano 4 partite e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Dispiace per i nostri tifosi, quest’anno è andata cosi. Sono contento che siano venuti a parlarci, ora serve remare tutti dalla stessa parte».
Il male principle è l’11 giugno?
«Non credo. Se ripenso a questi 6 anni…».
A questo punto Di Cesare abbandona la conferenza in lacrime