Per Fabio Caserta la partita di questo pomeriggio contro il Padova rappresenta forse l’ultima occasione per provare a salvare la sua panchina a Bari. Nonostante la serenità mostrata in conferenza stampa, l’avvio negativo pesa come un macigno sul futuro dell’allenatore, che rischia di non essere confermato anche in caso di vittoria. Il Bari non ha solo bisogno di tre punti, ma soprattutto di un’affermazione convincente che restituisca certezze attraverso la prestazione. L’impresa non sarà semplice, perché di fronte ci sarà un avversario ostico, imbattuto da tre turni.
Cosa aspettarsi da Bari-Padova
Il momento del Padova
Dopo un inizio complicato – comprensibile per una neopromossa – la squadra veneta sembra aver trovato continuità. Nelle ultime tre giornate sono arrivate due vittorie (contro Monza ed Entella) e un pareggio che lascia però qualche rimpianto: nell’infrasettimanale contro l’Avellino i biancoscudati si sono fatti rimontare un doppio vantaggio. La rosa unisce giocatori di esperienza, come Varas e Bortolussi – entrambi tra i più brillanti in questa fase iniziale – e giovani che si stanno adattando bene alla Serie B, come Harder, classe 2005 in prestito dalla Fiorentina, e il centrocampista Di Maggio. Possibile dal 1’ anche l’impiego dell’ex Lasagna.
Come gioca la squadra di Andreoletti
Il Padova ha già definito un’identità precisa: parte da un 3-5-2 che in fase offensiva si trasforma spesso in un 4-2-4, con gli esterni molto alti e la ricerca costante della verticalità per attaccare la profondità. L’obiettivo è mantenere ritmo e coraggio, evitando un possesso sterile. In fase di non possesso, invece, si compatta in un 5-3-2 o in un 5-4-1, con linee corte e grande collaborazione tra i reparti per proteggere il centro e l’area di rigore. Restano alcune fragilità, soprattutto sulle palle inattive e nella gestione dei momenti favorevoli, ma l’impostazione è chiara: proporre un calcio propositivo, intenso e senza timori, anche contro avversari più quotati.
